Roma

«L’esercito per difendere Castelfusano»

Stefano Vladovich

Scirocco, afa e piromani a volontà. Ancora fiamme sulla pineta di Castelfusano. Ieri l’ennesimo focolaio ai confini con la tenuta presidenziale di Castelporziano. E un atto di sabotaggio inquietante: intorno alle sette di sera, infatti, i rangers hanno trovato chiusa con un lucchetto la sbarra di un percorso tagliafuoco per l’accesso ai mezzi antincendio su viale della Villa di Plinio. L’allarme incendio scatta alle 11 di mattina, quando dalle telecamere piazzate sulla torre di Tumuleti il coordinamento interforze avvista una colonna di fumo. «Questa volta la zona colpita è opposta all’area devastata giovedì», Servizio giardini del Comune di Roma. Due autobotti e l’elicottero della Protezione Civile, alla fine, hanno la meglio sul rogo. Una guerra da combattere su oltre 1100 ettari di pini, farnie secolari, macchia mediterranea e sottobosco. Sterpaglie arse dal sole: basta davvero poco per far scoppiare l’inferno a Castelfusano. Se, poi, qualcuno piazza inneschi in serie lungo la direzione del vento di scirocco, come accaduto in quel drammatico 4 luglio 2000, è fatta. La soluzione? L’esercito, per l’assessore regionale all’Ambiente Angelo Bonelli. «È in atto un vero assalto criminale contro il gioiello dei romani. Lunedì vertice con il prefetto di Roma: è necessario l’intervento del Genio Militare». Legambiente, dal canto suo, ha stilato un dossier da far accapponare la pelle: nel Lazio il 76 per cento degli incendi sarebbe di origine dolosa (oltre la metà finalizzati alla ricerca di un profitto), il 10 per cento di origine colposa (mozziconi di sigaretta, attività agricole e forestali, turismo, discariche, elettrodotti), solo l’1 per cento dovuto a cause naturali. I Comuni, dal canto loro, per il 70 per cento non lavorano affatto sulla prevenzione mentre solo l’11 per cento ha realizzato il catasto delle aree percorse dal fuoco. Nel 2004, con ben 331 incendi, 3.384 ettari di boschi del Lazio sono andati in fumo. Dati che, purtroppo, piazzano la regione al sesto posto nella drammatica lista dei roghi in Italia. Secondo Alfonso D’Ippolito dell’Oikos, è fondamentale seguire con almeno 24 ore di anticipo le previsioni meteo e anticipare le mosse dei criminali. «Per contrastare efficacemente il fenomeno degli incendi dolosi - dice Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio che per oggi e domani ha in programma a Velletri “Non scherzate col fuoco”, un week-end dedicato alla salvaguardia dei boschi - bisogna eliminare la possibilità di speculare sulla gestione delle aree bruciate e favorire la tutela delle zone boschive anche ai fini della promozione e valorizzazione delle località interessate.

I numeri sono particolarmente preoccupanti perché evidenziano che il catasto delle aree distrutte nel Lazio viene realizzato solo in un comune su 10, che oltre 2 comuni su 3 non svolgono efficaci azioni di contrasto dei roghi e che l’informazione dei cittadini è molto bassa».

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