Il mondo delle sette conta in Italia «oltre 600 diverse denominazioni e gruppi, a cui aderisce circa il 2% della popolazione, ossia allincirca un milione di aderenti». A fornire le cifre è il professor Giuseppe Ferrari, direttore della rivista «Religioni e sette nel mondo» e segretario generale del Gris (Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa).
«Va precisato - spiega Ferrari - che è molto difficile censire nel dettaglio questo fenomeno, perché si tratta di una realtà che opera in maniera sotterranea e perché continuamente nascono nuove aggregazioni. Non tutte le sette, inoltre, hanno lo stesso grado di pericolosità. Possiamo stimare che dei 600 gruppi che, in base alle indagini disponibili, si muovono in Italia, almeno un 10% sia fortemente pericoloso». «Quello delle sette - aggiunge lesperto - è un problema molto grosso, anche per le forze dellordine che non sempre, di fronte a elementi sospetti, ma non probanti, possono procedere». Quanto alle tipologie di adescamento, Ferrari precisa che le «varie aggregazioni utilizzano tecniche differenti. Nei gruppi che si ispirano alla new age, per esempio, lapproccio passa quasi sempre per le terapie alternative. Nel caso di Roma, il «guru» sfruttava lo yoga.
Leggendo le testimonianze di chi è rimasto vittima delle sette, la costante che si riscontra è però la fragilità dei soggetti che vengono irretiti. La chiave è questa ed è su questaspetto che fa leva chi guida una setta, arrivando per questa via anche a forme di violenza e coercizione».
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