L’etilometro non rileva la cocaina: drogato uccide una ragazza incinta

da Anzio (Roma)

Era stato fermato dai carabinieri soltanto un’ora e mezzo prima, per un normale controllo. Libretto, patente, test con l’etilometro. Ma quell’esame non rivela se sono state assunte sostanze stupefacenti e in 90 minuti può accadere di tutto. Perché era sotto effetto della cocaina Pietro Galasso, il 20enne romano che la notte scorsa attorno alle 2, ad Anzio sulla via Ardeatina, a bordo di un’Audi A3 ha travolto e ucciso Nelly Gerardi, 25 anni, incinta di cinque mesi. Nelly era alla guida di una Suzuki Swift e stava andando verso Ostia, quando, all’incrocio con il lungomare delle Sirene, la sua corsia è stata invasa dall'Audi A3 condotta da Galasso. La precedeva, su un’altra auto, il fidanzato, Gianluca Godente, gestore di uno dei più noti ristoranti di Anzio. L'Audi A3 arrivava dalla direzione opposta, probabilmente ha sbandato a causa della velocità eccessiva in curva, ha invaso l’altra corsia. Il primo a trovarsela di fronte è stato proprio Gianluca, che però è riuscito a schivarla. Nelly e Gianluca vivevano insieme a Ostia, stavano tornando a casa. Una frazione di secondo e non c’è stato più niente da fare. Galasso si è fermato, ha tentato di prestare soccorso, ma non è servito a nulla. A bordo dell'Audi, oltre a Galasso, c'erano altri tre ragazzi: F.L. 23 anni, di Roma, ricoverato all'ospedale San Giovanni e ora non più in pericolo di vita, ma anche A.D. e D.G. Questi ultimi due sono stati medicati dai medici dell'ospedale di Anzio e poi dimessi. Uno dei ragazzi, A.D., era stato già denunciato per spaccio di droga. Pietro Galasso, portato al pronto soccorso dell'ospedale di Anzio, è stato sottoposto al narcotest che ha accertato che nelle sue vene c’erano tracce di cocaina. Ora è accusato di omicidio colposo aggravato. Come lui, anche un altro suo amico a bordo aveva assunto droga. Tornavano da una serata trascorsa tra pub e discoteche.
Una lunga chioma nera, due occhi grandi, misure da passerella: 95-65-95 e un metro e ottanta di altezza. A rendere ancora più drammatica la morte di Nelly Gerardi e del bimbo che portava in grembo è lo sguardo che traspare dalle foto che ritraggono una ragazza che ama la vita, tanto da volere un figlio a 25 anni, incurante che per qualche mese la sua linea non sarà più la stessa. I suoi sogni, quelli per lei e per il suo piccolo, si sono schiantati contro l’auto che all’improvviso si è trovata di fronte. Nelly era iscritta al terzo anno alla Facoltà di Lettere e Filosofia al Dams di Roma Tre, dopo essersi diplomata con un ottimo voto, 96 centesimi, al liceo socio-psico-pedagogico. Parlava l’inglese, era andata in Australia per studiarlo. Aveva frequentato anche corsi di informatica. Grazie alla sua preparazione artistica - studiava danza classica da quando aveva 3 anni – e alla sua bellezza si era avvicinata al mondo dello spettacolo. Aveva lavorato in alcune trasmissioni televisive e come hostess. Il suo percorso formativo la vedeva affermata nel campo dell’organizzazione degli eventi e come redattrice televisiva. Insomma una ragazza che si dava da fare, alla quale non mancava veramente nulla, neanche l'amore, che sarebbe stato ancora più felice tra quattro mesi con la nascita del piccolo.

Nelly è stata portata nell’ospedale di Anzio per tentare un parto cesareo ma il feto era già morto. Tre dei quattro giovani sono rimasti feriti in maniera lieve mentre uno è ricoverato in prognosi riservata sempre nell’ospedale di Anzio.

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