Con Floccari indisponibile, Donadoni non aveva neppure messo dentro Okaka, e accanto alla Formica aveva schierato Fernando Marques, il desaparecido spagnolo. Un centrocampista più che una punta, e questo aveva fatto credere che il Parma avesse tanta paura di questa Inter in serie positiva, motivatissima e concentrata sullobiettivo. Invece il Parma ha dormito un tempo e poi ha infilato facile Lucio e fratelli. E quando uno dice che Lucio è immarcabile se parte palla al piede, intende proprio questo: in quei frangenti è la minaccia più seria che corre la difesa dellInter. Aveva iniziato abbastanza bene proprio su Giovinco che aveva sistematicamente anticipato fino alla tremenda ingenuità che uno scafato difensore non può permettersi. Si stava esibendo in una delle sue uscite palla al piede senza meta, da puro Psyco. La Formica gli ha rubato prima il tempo e poi la palla, ha alzato gli occhi e ha servito Marques per il suo battesimo del gol in serie A. Una mazzata. Unistante dopo Giovinco ha segnato il vantaggio beffando Julio Cesar con un pallonetto: era solo, si è messo a ridere prima ancora di calciare. Seconda mazzata.
LInter fino a quel punto se lera cavata e si era illusa, ma senza quellintensità che aveva contraddistinto il primo tempo di Udine o con il Cesena. Dopo il gol di Sneijder il lavoro per Lucio e Samuel era aumentato, ma lInter aveva tenuto il Parma sempre fuori area, gli aveva concesso solo conclusioni dalla distanza e nelle uniche occasioni in cui Julio Cesar si è trovato in pericolo, Giovinco lo aveva graziato. Era successo al 23 quando la Formica non ha controllato un preciso lancio di Valdes che lo aveva pescato divinamente fra i due centrali dellInter e poi ancora a sei dal primo tempo quando ha perso lorientamento sebbene si trovasse quasi sul dischetto del rigore con i marcatori a distanza ragguardevole.
LInter dopo il gol si è come ritirata e ha scelto il contropiede secco. In mezzo non aveva uomini in grado di giocare con la calma necessaria, Cambiasso e Stankovic sempre molto più preoccupati di proteggere piuttosto che lavorare per il povero Milito. Obi rapido e eccellente nelle scelte di tempo, ma mai in grado di aggiungere qualcosa allequilibrio della squadra. In vantaggio con un contropiede, Stramaccioni ha deciso di continuare con questo atteggiamento. Il Parma sembrava bloccato, Jonathan e Biabiany molto larghi sulle fasce hanno messo corsa e poco altro contro Nagatomo e Maicon, anche loro molto prudenti. Il giapponese qualcosa ha fatto in avanti ma molto meno rispetto a quanto ha abituato. Poi Jonathan, in modo del tutto involontario, lo ha messo al tappeto con un colpo di coscia alla testa, mancavano quattro minuti al termine del primo tempo, Stramaccioni ha chiesto a Yuto di reggerli, il giapponese ha giocato quanto mancava con lo sguardo perso e nellintervallo Faraoni ha preso la sua fascia. Maicon invece si è visto pochissimo dopo la metà campo, stracoperto su Biabiany e anche ammonito nellunica occasione in cui il parigino gli è sfuggito.
Il Parma in mezzo ha lavorato molto, ha avuto un maggior possesso palla e allimprovviso, nel giro di un paio di minuti ha fatto girare la partita dalla sua parte. Poi ha dilagato.
A quel punto non cera già più niente di Stramaccioni in quella squadra gettata in avanti a testa bassa, una bracciata dietro laltra per non affogare con la riva che restava sempre lontana. Ci ha provato anche Pazzini, lInter sembrava quella gallina a cui hanno tagliato la testa e gira per il cortile impazzita.
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