da Milano
Tutti i riflettori sulleuro, che dopo essersi progressivamente rafforzato nelle ultime settimane, ieri ha preso il volo per marciare ormai verso quota 1,30 dollari. La moneta europea ha toccato, contemporaneamente, nuovi record sullo yen, a 149,6.
La moneta europea sta approfittando del generale indebolimento del biglietto verde, penalizzato dai segnali di raffreddamento dell'economia statunitense che proprio questa settimana dovrebbero trovare ulteriore conferma nei dati sul mercato immobiliare riferiti a luglio: gli economisti prevedono una frenata, con vendite di immobili ai minimi degli ultimi due anni. E questo basta per rafforzare la percezione che la Federal reserve guidata da Ben Bernanke sia arrivata alla fine della stretta monetaria, tanto che la percentuale di operatori che ancora scommette su tassi al 5,50% a fine anno è ormai scesa al 50%, rispetto al 90% della scorsa settimana.
La moneta americana è dunque scesa ai minimi da 10 settimane nei confronti dell'euro, volato fino a un massimo di seduta di 1,2938 dollari. La valuta europea si è poi assestata attorno a 1,2907 contro 1,2825 degli ultimi scambi di venerdì scorso (il massimo dellanno è stato registrato il 6 giugno a quota 1,2976). A mettere sotto pressione il biglietto verde, in ribasso anche contro sterlina e franco svizzero, ha contribuito inoltre lincubo terrorismo, acutizzatosi ieri mattina dopo lesplosione di una bomba in un mercato a Mosca, mentre non si allenta il braccio di ferro tra Iran e Nazioni unite sul programma nucleare.
La giornata ha visto anche il nuovo massimo dello yuan sul dollaro (a 7,9656) da quando la Cina ha deciso di rivalutare la moneta cinese (luglio 2005), e l'ennesimo record dell'euro sullo yen, balzato a 149,6 in previsione di una politica monetaria della Banca centrale europea più aggressiva rispetto a quella della Banca centrale del Giappone. Rispetto al dollaro, ieri lo yen ha azzerato i guadagni registrati nella prima parte della seduta e si è riposizionato sui livelli della chiusura di venerdì scorso.
Frattanto lOcse ha confermato, diffondendo le stime sul secondo trimestre, un generale rallentamento delleconomia mondiale: e nella classifica lItalia appare come il Paese più lento tra quelli del G7. Secondo tali stime, il Pil dei Paesi dell'area Ocse è cresciuto nel secondo trimestre del 2006 dello 0,7% rispetto ai tre mesi precedenti, in rallentamento se confrontato all'1% del trimestre precedente. Rispetto a un anno prima l'Italia, con la percentuale dell'1,5%, è il Paese del G7 con il tasso di crescita più basso.
Rispetto al primo trimestre 2006, i Paesi dell'Area euro hanno registrato una crescita media dello 0,9%.
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