Il mercato europeo dellautomobile ha chiuso il 2009 con un calo di vendite dell1,6% (con 14.481.545 vetture immatricolate) rispetto al 2008. Un dato che, però, diventa positivo (+0,5%) se si considerano le vendite nellEuropa occidentale (a 18). Secondo i dati forniti ieri dallAssociazione Costruttori Europei, lanno scorso infatti sono stati immatricolati 13.632.918 veicoli. Un anno molto travagliato che ha rimescolato le carte fra i produttori di auto per via delle fusioni monstre fra Fiat-Chrysler e Volkswagen-Porsche. Senza considerare le lunghe e infruttuose trattative per marchi storici come Opel e Volvo.
Se il settore ha retto, però, grosso merito va agli incentivi che alcuni importanti Stati membri, fra cui lItalia, hanno concesso agli automobilisti per rottamare le vecchie ed inquinanti auto in cambio di acquisto di quelle più piccole ed «ecologiche». «Dopo che le immatricolazioni avevano subito un calo del 26,5% in gennaio e del 17,3% in febbraio - spiega Gian Primo Quagliano, direttore del centro studi Promotor è del tutto evidente che la reazione è stata determinata dalla rapidità con cui i governi hanno varato gli incentivi». Non a caso in Germania e Francia, rapidi nei provvedimenti, il mercato ha chiuso il 2009 rispettivamente con una crescita del 23,2% e del 10,7%. In Italia, si è avuto un sostanziale pareggio (-0,2%) mentre Spagna e Regno Unito, più lenti nel legiferare, sono calati del 17,9% e del 6,4%. Limpatto degli incentivi è confermato anche analizzando la graduatoria delle vendite per marche.
Le crescite più rilevanti riguardano i gruppi che hanno nella loro gamma modelli city car o utilitarie. La classifica dei principali costruttori così ha visto al primo posto il gruppo Volkswagen con 3.062.774 vetture immatricolate (+0,7%) grazie al successo di Polo e Golf e a quello della gamma Skoda. Al secondo posto il gruppo Psa Peugeot-Citroen con 1.865.263 vetture (senza variazioni rispetto al 2008) trainati dalle cittadine 107 e C1 oltre che dalle utilitarie 207 e C3. Ottima annata anche per il gruppo Ford che mantiene il terzo posto con 1.486.338 unità (+2%) per via delle vendite brillanti della Ka e, soprattutto, della Fiesta. Al quarto posto, invece, sale il gruppo Renault che archivia il 2009 con 1.335.766 immatricolazioni (+3,9%) grazie al buon comportamento della nuova Clio e alla strabiliante annata del marchio low cost Dacia con i modelli Logan e Sandero. Scivola al quinto posto la General Motors che chiude lanno con 1.284.283 nuove immatricolazioni ed un calo dell'8,7% determinato in gran parte da Opel (-7,8% a 1.155.044 unità). In sesta posizione si conferma il gruppo Fiat (+6,3% a 1.254.829 unità) che registra ottime performance grazie al successo di Panda, 500 e Lancia Ypsilon. Al settimo posto si affaccia la Toyota che, nonostante il calo del 4,7% a 730.831 unità, recupera due posizioni. Chiudono i produttori storici di auto premium penalizzati dalla crisi economica e dall'assenza di prodotti incentivati. Così, la Bmw retrocede dal settimo allottavo posto (-13,6% a 708.109) mentre il gruppo Mercedes scende al nono posto (-13,6% a 689.177). Un campanello dallarme per il 2010 lo suona lUnrae che rappresenta i produttori esteri in Italia. «Il pareggio del 2009 spiega Loris Casadei, presidente dellassociazione e dg di Porsche Italia è figlio degli incentivi, degli sforzi finanziari delle case che li hanno di fatto raddoppiati al cliente e dei concessionari che si sono dissanguati per aggiungere un ulteriore sconto. È stato ed è importante svecchiare il parco circolante con auto meno inquinanti ma gli incentivi hanno portato anche una sofferenza dei segmenti medio alti. Per questo molte case prestigiose sono sbarcate in mercati emergenti come la Cina».
LEuropa si salva grazie agli incentivi Ma Opel precipita
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