L’ex ministro Rachida Dati: «Il potere si può lasciare, i tacchi alti no»

Parla di sé, del suo ruolo e anche della femminilità. «Il potere si può lasciare, i tacchi alti no». Parola di Rachida Dati, ex ministro della Giustizia francese, oggi parlamentare europea. «Sono di origini arabe, i miei genitori non sapevano leggere né scrivere, quindi tutto quello che ho l’ho conquistato. Lavorando» spiega la Dati in una intervista pubblicata dal settimanale Gioia, dal titolo, appunto, «Il potere si può lasciare, i tacchi alti no». A proposito delle indignate reazioni suscitate dalla sua passione per le griffe, la Dati ha detto: «Alcuni credono che non dovrei vestire Dior perché sono figlia di immigrati. Per anni non ho creduto che si trattasse di un problema di classe. Ora ne sono certa. Il problema è che non sanno come classificarmi. Indosso i simboli del privilegio senza provenire da una famiglia privilegiata». Ma quello che infastidisce ancora di più l’ex ministro è che la sua vita sia stata raccontata sulla falsariga del classico cliché della povera ragazza immigrata che si fa strada da sola: «La mia vita non è una fiaba. L’ho costruita con il successo e con il lavoro ma anche con fallimenti e sofferenze».
I giornali francesi erano tornati a parlare di Rachida qualche settimana fa: a quanto pare, la Dati si annoierebbe troppo a Strasburgo e ha ben altre ambizioni. Del resto il trasferimento a Strasburgo è avvenuto suo malgrado: Rachida, ex pupilla di Sarkozy, al centro di mille pettegolezzi e critiche, cominciava a diventare troppo ingombrante.

C’erano state l’ ostentata passione per il lusso, la maternità senza rivelare l’identità del padre, un bilancio controverso al ministero. Ma lei agli attacchi ci è abituata e tenterà di nuovo di tornare in prima fila, sempre sui suoi inseparabili tacchi a spillo.

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