L’ex Pm «Non chiedo certificati ai miei commensali»

Il problema, ormai, non è più solo suo. Vedersi immortalato a pranzo in compagnia di personaggi, per così dire, «imbarazzanti», è capitato almeno un paio di volte a Di Pietro ma qualche giorno fa nell’infortunio è incappata anche una sua fedelissima, Cinzia Damonte, candidata governatore dell’Idv in Liguria. Se il leader ha cenato una volta con Contrada e un’altra con il boss bulgaro Pavlov, la signora, come rivelava ieri «Il Fatto quotidiano», è stata «pizzicata» intorno a una tavola imbandita dal tal Onofrio Garcea, ignoto ai più ma ben conosciuto alle forze dell’ordine e alla magistratura. L’anfitrione della candidata Idv è infatti legato alla famiglia della ’ndrangheta Macrì, più volte arrestato e condannato per droga, è anche finito in un rapporto della Guardia di finanza per il filone d’inchiesta sul voto di scambio. Un curriculum piuttosto pepato, insomma. Ma per il leader del partito queste sono quisquilie. E per difendere la compagna di partito e se stesso da quello che sembra ormai un vizio di famiglia, Tonino si è affidato al suo blog. La sua tesi, non particolarmente nuova né brillante, è che «io non faccio il monaco ma il politico, specialmente in campagna elettorale. Anche oggi, mentre ero in Calabria, mi sono state scattate centinaia di foto. Come posso sapere se tra queste ce n’è qualcuna che mi ritrae con soggetti censiti penalmente? Mentre faccio un comizio o un pranzo elettorale non posso chiedere il curriculum a chiunque mi faccia una foto».

Un discorso che Di Pietro fa pro domo sua ma che vale, assicura, anche per Cinzia Damonte, «persona per bene e pulita». Insomma quelle foto, che magari da Pm avrebbe considerato prove schiaccianti di una connivenza, nel suo caso diventano «finti scoop per cercare di infangare me e il mio partito».

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