L’ex tesoriere promette controquerele. E consegna una lettera del leader Api

RomaHa molte cose da dire e carte da mostrare. Aspetta solo che «i colleghi senatori» glielo chiedano, visto che i magistrati non l’hanno fatto. L’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi anche ieri è tornato in Senato, in audizione davanti alla giunta per le elezioni e le immunità presieduta da Marco Follini, che deve decidere se autorizzare il suo arresto, chiesto dalla procura di Roma. Lusi ha molte domande a cui rispondere. Peccato che nessuno gliele abbia ancora fatte, dice. Nessuno ha voluto sapere, per esempio, se i soldi che attesta di aver dato ad alcuni dei politici della Margherita, suoi ex colleghi, siano stati consegnati per i loro interessi, o per il partito: «Quando me lo chiederanno - ha spiegato ai giornalisti in una pausa dell’audizione - non avrò alcuna difficoltà a rispondere. Per adesso nessuno mi ha chiesto nulla, resto a disposizione».
A quanto si apprende, l’ex tesoriere ha fatto mettere agli atti della Giunta una lettera che il leader dell’Api Francesco Rutelli gli avrebbe spedito nei primi giorni dello scandalo, quando sulla Margherita e sul suo amministratore contabile iniziava a scatenarsi una tempesta di accuse. In quella lettera, Rutelli consiglierebbe a Lusi il patteggiamento invece del processo.
Ma l’ex tesoriere ha in mano anche una serie di ricevute che testimonierebbero i versamenti a favore di questo o quel politico. Ieri girava voce che le avrebbe consegnate certamente. Il dato interessante è però capire se i soldi siano serviti per la campagna elettorale, e allora l’operazione sarebbe legittima, o per altro. Intanto Lusi conferma le sue controquerele per diffamazione: «Ho dato mandato ai miei avvocati di querelare tutti coloro che mi hanno attribuito frasi inappropriate». In particolare, ha ricordato, «Renzi e Rutelli mi hanno detto cose vergognose». Il sindaco di Firenze ha risposto mostrando serenità: «La querela mi sembra una cosa fantastica, così finalmente faremo chiarezza di tutte le cose che ha detto su di me».
Ma Lusi sembra convinto della strada che ha preso. Nessun problema se si deciderà di rendere completamente pubbliche le sue dichiarazioni con una diretta televisiva dalla Giunta: «Io mi rimetto completamente - è stata la risposta - a quanto deciderà l’organismo parlamentare».
L’audizione è stata divisa in due parti. Nella prima, Lusi ha presentato una seconda memoria difensiva e ha sottolineato il fumus persecutionis nei suoi confronti da parte della Procura di Roma. I lavori sono stati poi aggiornati alle 20, e a quel punto sono iniziate le domande dei commissari, intenzionati a chiudere l’audizione per la nottata.

Nel pomeriggio, Lusi non aveva ancora firmato il verbale dell’audizione dello scorso 16 maggio, un resoconto tutt’altro che integrale, una sorta di verbale inutile per la Procura. «Come si fa a sintetizzare due ore di audizione in dieci paginette?”, si è lamentato con i giornalisti. EFo

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