Ha resistito una notte intera poi a mezzogiorno Alessandro Cozzi, noto personaggio televisivo, è crollato davanti al pm. «Gli dovevo 17mila euro, lui minacciava di denunciarmi, abbiamo litigato, ho preso un coltello, poi non ricordo più cosa è successo». È successo che ha ucciso lamico e collega Ettore Vitiello, infierendo su di lui, anche quando era inerme a terra, con almeno trenta coltellate, quasi tutte alla schiena.
Caso risolto dunque in meno di sei ore, tanto tempo è trascorso dal delitto, poco dopo le 19, allarresto dellassassino, verso l.30 di notte. A quellora la polizia è andata a bussare in via Pergolesi dove Cozzi, 53 anni, vive con la moglie Graziella e il figlio adolescente. A lui erano arrivati sentendo famigliari e dipendenti di Ettore Vitiello, 57 anni, ucciso poco prima nel suo ufficio al terzo piano di via Antonelli 3. Titolare di unAgenzia per la formazione e il lavoro, era stato sorpreso alla scrivania dallassassino. Luomo aveva gridato, allarmando lintero stabile. Aveva anche tentato la fuga ma era stato raggiunto e finito sul pianerottolo, dove i testimoni hanno visto lassassino infierire con ferocia. Poi la fuga.
Gli investigatori diretti dal capo della mobile Alessandro Giuliano sentono la moglie, i due figli di 21 e 23 anni, entrambi studenti della Bocconi, e le due dipendenti dellAgenzia. Scoprendo un personalità priva di ombre. Ex preside di scuola media superiore, gestiva lAgenzia, dove talvolta collaboravano la moglie e il figlio più grande. Presiedeva inoltre il consorzio Ulisse per linnovazione e il Met Consulting, era inoltre consigliere della cooperativa «Varese press» di Busto Arsizio e fondatore insieme con Bobo Craxi della casa editrice «Nuova cultura e società». Niente dissapori con la moglie né problemi di lavoro. Lunico attrito con Cozzi, titolare di unaltra agenzia di avviamento al lavoro «Milano per la donna». I due avevano organizzato una serie di corsi insieme, ottenendo un finanziamento di 34mila euro dalla Regione. Soldi incassati dallamico che tardava però a dividerli con Vitiello.
Cozzi svegliato dagli agenti sembra però cadere dalle nuvole. Al momento del delitto, dice, stava nel suo ufficio di via Conte Rosso 23. Ma le sue impiegate sono convinte sia uscito almeno unora prima. Non sa poi ben spiegare cosa abbia causato certe curiose ferite alle mani, uguali a quelle che si procura chi ha commesso un delitto con un coltello. Infine corrisponde perfettamente alla descrizione dellomicida fatte dai testimoni. Resiste una notte poi a mezzogiorno confessa tutto al pm Maurizio Ascione fornendo la sua versione.
Dunque, in ballo tra i due ci sono questi 17mila euro ma la sua difficile situazione economica, era già sotto di 70mila euro, gli rendeva impossibile chiudere i conti con la vittima. Daltro canto Vitiello lo pressava, annunciava azioni legali, minacciava di rovinarlo. Laltra sera lultimo incontro, così ricostruito dallassassino. Cozzi propone una rateazione, Vitiello replica con insulti roventi e lannuncio di una denuncia. Si fa duro, anzi a un certo punto impugna un coltello da cucina e lo punta contro il debitore. Luomo perde la testa, lo disarma e comincia a colpirlo. «Poi non ricordo più nulla».
Placata la furia omicida fugge con il coltello. «Lho buttato in un corso dacqua insieme ai vestiti sporchi di sangue». Oggetti che la polizia sta ancora cercando: potrebbero confermare ilracconto di Cozzi e fare la differenza tra omicidio «volontario», nel caso la lama appartenga effettivamente alla vittima, e «premedidato», se lomicida lha portato con sé.
Resta la figura dellarrestato, universalmente descritto come «tutto casa e chiesa»: famiglia perfetta, profonda fede religiosa e una certa notorietà con conduttore del programma Rai «Diario di famiglia» insieme alla nota psicoterapeuta Maria Rita Parsi. Insomma un dottor Jekyll trasformato da 17mila euro nel crudele mister Hyde.
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