Michele Bozzo, il figlio Giuseppe e Pippo Mostes, nell'anno 1949, davano vita al quartiere Spiaggia, ma non avendo risorse economiche, salutarono la N.S. del Suffragio con un'idea originale, chiamata «l'incendio della diga». Distribuirono sugli scogli della diga a mare vecchi copertoni di camion, li inzupparono di benzina e li incendiarono al passaggio della processione.
«Era un'idea un po' stravagante, ma i pneumatici in fiamme - sostiene Giuseppe Bozzo, presidente del quartiere - davano l'impressione che il mare prendesse fuoco; l'iniziativa fu apprezzata da tutti». «Al primo spettacolo pirotecnico, nel 1952, abbiamo speso l'iperbolica cifra di 175.000 lire - racconta con orgoglio Bozzo - raccolti dal gruppo». In seguito il quartiere interruppe la sua partecipazione alle sparate, senza però mai smettere di salutare il passaggio dell'Arca. «L'8 settembre di molti anni fa, noi del comitato di quartiere abbiamo costruito una sorta di piccolo aereo munito di razzi, poi abbiamo steso un robusto filo di ferro, tra il Lungomare e il campanile dell'Oratorio di San Michele, e applicato il nostro improvvisato velivolo in modo che vi scorresse sopra. Quando la processione giunse sul lungomare il Vescovo si fermò e, personalmente, diede fuoco ai razzi.
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