L’imbarazzo di Bersani per le lettere a Guido

RomaPizzicato sul caso Bertolaso, Bersani avrebbe bisogno dell’intervento della Protezione civile gestione Bertolaso: organizzazione, coordinamento, rapidità ed efficienza. Nessuna catastrofe per il segretario del Pd, s’intende: soltanto un diluvio di imbarazzo per la chicca scovata e pubblicata ieri dal Giornale.
Bersani, che forse per colpire il premier ora chiede che Bertolaso faccia «un passo indietro», nel 2007 pregò che lo stesso Bertolaso facesse un passo avanti verso il ministero dello Sviluppo economico da lui guidato. Oggi il leader del Pd critica la gestione della Protezione civile: troppo fumosa la distinzione tra grandi eventi ed emergenze, troppi poteri a questo Bertolaso con evidenti limiti di trasparenza. Ieri tuttavia pregava perché lo stesso Bertolaso gestisse pure il convegno mondiale dell’energia, in programma a Roma. Ma mica una richiestina così, en passant: nella prima lettera Bersani chiese al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta di attivarsi. Secco rifiuto anche perché, si legge nella risposta di Bertolaso, non s’è «rilevata l’assoluta necessità di prevedere una norma derogatoria finalizzata a consentire l’utilizzo di mezzi e poteri di carattere straordinario». In pratica, l’evento può benissimo essere gestito dagli organi competenti in via ordinaria. Ma Bersani mica si mette il cuore in pace: insiste, riprende carta e penna attraverso il suo capo di gabinetto e chiede: «In considerazione della rilevanza dell’evento, al fine di garantirne la miglior riuscita e, al tempo stesso, i relativi aspetti di sicurezza, si ribadisce la richiesta... che il XX congresso mondiale dell’energia venga dichiarato “Grande Evento Nazionale”».
Insomma, Bersani pietiva l’aiuto di Bertolaso manco stesse organizzando il G8 dell’emergenza o dovesse affrontare un cataclisma mentre oggi ne invoca la cacciata. Preso in castagna, il segretario del Pd tentenna e prova a contrattaccare: «Capiamo la volontà del Giornale di difendere Bertolaso ma creare un caso su una richiesta di Bersani non c’entra nulla con quello di cui si sta discutendo». Attraverso il responsabile comunicazione del partito, il leader del Pd sostiene che «era utile in occasione di un grande evento il contributo e il supporto della protezione civile in termini di accoglienza e sicurezza, che andava garantita vista la presenza di primi ministri, ministri economici e membri del Ceo delle maggiori imprese europee».
Ma la protezione è diventata (in)civile se il manico è Berlusconi. Così, anche ieri, Bersani è tornato a chiedere le dimissioni del forse ingrato Bertolaso: «Se non le dà, bisognerà chiederle, come un comportamento di stile, non come un’imputazione». E ancora: «Si è creato un meccanismo di evidenze per cui la gestione di emergenze è stata fatta con dei limiti evidenti di trasparenza. Si dice, e non ho motivi per dubitarne, che Bertolaso è una persona seria.

Ma il buon nome della protezione civile richiederebbe un passo indietro». Una posizione, questa, non condivisa da tutto il partito visto che il senatore Marco Follini sconfessa il suo leader: «Secondo me non dovrebbe dimettersi».

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