nostro inviato a Acerra (Napoli)
Riparte da qui, Berlusconi, da una delle zone simbolo del successo del suo governo durante la prima fase di legislatura. Direttamente da Arcore piomba ad Acerra per rioccuparsi di immondizia. Nell'aprile del 2009 fu uno dei suoi fiori all'occhiello: Napoli e gran parte della Campania ripulita da montagne di spazzatura. Poi, nelle ultime settimane, ancora polemiche, violenze, proteste dei cittadini, lamentele dei comuni ai piedi del Vesuvio e cassonetti di nuovo straboccanti.
Così, dopo un summit durato un'ora e mezzo con il sottosegretario Guido Bertolaso, i cinque prefetti campani e gli altrettanti presidenti di provincia, il governatore Stefano Caldoro e il sindaco di Acerra Tommaso Esposito, Berlusconi rilancia il suo piano. E annuncia: «La settimana scorsa avevo detto che in dieci giorni avrei risolto la questione. Confermo: tra tre, quattro giorni i rifiuti non ci saranno più».
A benedire il suo piano, la promessa: «Tra dieci giorni tornerò qui per un incontro con tutti i sindaci della zona». Ma come fare a ripulire mezza Campania e sedare le rivolte? Mettendo il turbo a un piano che resta valido e pigiando sull'acceleratore. «Acerra funziona molto bene - dice il premier ai piedi del mostro che inghiotte già 1.500 tonnellate di immondizia al giorno -. Lo porteremo a bruciare fino a 2.500 tonnellate al dì». Ma l'impianto, che mangiandosi la spazzatura produce 75 milioni di euro di elettricità e che dall'inizio dell'anno funziona all'85 per cento delle sue possibilità, non basta. Ecco perché, in base al vecchio piano, «Abbiamo individuato dieci cave e previsto la creazione di 4 termovalorizzatori». Acerra gira, quelli di Salerno, Napoli est e - forse - Santa Maria La Fossa, si creeranno al più presto. Soltanto quando questi nuovi impianti saranno a regime si potrà dire che si è portata a termine la cosiddetta soluzione finale. Berlusconi detta i tempi: "Per il termovalirazzotore di Salerno c'è un tavolo di concertazione tra sindaco e provincia per decidere chi ha la responsabilità della gara d'appalto ma il sito è già stato individuato". Mentre per quello di Napoli est, «in meno di un mese si potrà passare alla gara». E poi c'è il quarto che «dev'essere destinato allo smaltimento delle ecoballe che sono 5 milioni. Un numero impressionante», riconosce il premier.
Per quanto riguarda le discariche, soprattutto quella di Terzigno, teatro di scontri durissimi con i manifestanti, Berlusconi ha voluto prima di tutto ringraziare «le forze dell'ordine per la saggezza e la prudenza con cui hanno risposto a tutte le provocazioni cui sono state sottoposte». Non da tutti, ma solo «da alcuni facinorosi». Lì, a Terzigno, c'è il problema del tanfo di Cava Sari: «I miasmi hanno provocato una giusta preoccupazione nella popolazione locale ma in tre o quattro giorni sparirà completamente». La colpa del cattivo odore? «La società Asia (che si occupa della raccolta dei rifiuti a Napoli ndr.) ha ritenuto di non far passare i rifiuti attraverso gli impianti di triturazione e quindi è arrivata spazzatura non stabilizzata". Un mix di secco e umido, insomma: ecco la causa del cattivo odore. "Ma tra tre/ quattro giorni sparirà», assicura il premier. Discarica, quella di Sari, che verrà utilizzata solo ed esclusivamente per accogliere la spazzatura dei 18 comuni vesuviani". L'altra discarica, Cava Vitiello, la seconda che si sarebbe dovuta allestire nel parco del Vesuvio e che è stata fonte di molte proteste, «È congelata. Questa la dizione esatta del documento che fra dieci giorni sottoporremo nuovamente ai sindaci. Sospesa a tempo indeterminato».
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