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L’importanza di «sentirsi» liguri

Il magnifico dibattito che è in corso nelle pagine liguri de «il Giornale» vede fra i principali interventi quelli del caporedattore Massimiliano Lussana, di Vincenzo Mateucci e di Franco Bampi. Ho fatto alcune «ricerche» ed ho scoperto che tutti e tre hanno le loro «radici» fuori dalla Liguria, ma si sentono fortemente Liguri e dai loro interventi trapela un amore quasi «passionale» per questa terra, per la sua storia, le sue tradizioni, la sua civiltà e quindi la sua «identità». Mentre negli altri interventi, dei «denigratori», anche se dai loro cognomi possono «trasparire» le loro origini tipicamente liguri, non c’è alcun amore per questa comunità. Anche questo rientra nella nostra storia. Bampi ha raccontato dei Durazzo che erano di origine albanese, ma poi integrati benissimo con la Comunità genovese al punto di aver dato 9 dogi! Viceversa, sempre nella nostra storia, ci sono stati genovesi che, pur avendo le radici familiari ben radicate in Liguria, l’hanno invece tradita ai Savoia (Balbi, Della Torre e Vacchero). Oggi è grazie a questi che «si sentono Liguri» (Lussana, Matteucci e Bampi) che, insieme ad altri miei amici, abbiamo potuto «scoprire» tutte queste «Verità storiche».

In sintesi ritengo che noi genovesi e liguri non abbiamo mai aderito al regno sabaudo e teoricamente apparteniamo ancora alla «Repubblica di Genova» che quindi «esiste» da quasi 1000 anni (dal 1090).
Ringrazio «il Giornale» che ci ha dato la possibilità di esporre i nostri diritti
*ex partigiano del Cln
Divisione Viganò

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