Chi lavrebbe mai detto che Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini per parlarsi avrebbero dovuto chiamare gli avvocati? Un tempo ci si scambiavano biglietti da visita e ci si dava appuntamento con i rispettivi padrini. Lappuntamento era sempre allalba, il luogo del duello fuori dalla città, i due contendenti in maniche di camicia e calzone nero, con in mano una pistola o una spada. Il padrino del duello nella cultura ottocentesca era il garante grazie al quale la ferocia dello scontro diventava un protocollo accettabile, era larbitro delle sfide che solo il sangue poteva lavare e il padrino civilizzare. Chissà se è con questo stesso spirito che ieri alla Camera Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini si sono incontrati accompagnati dai rispettivi avvocati. È vero, i rapporti tra i due sono da tempo tesi, caratterizzati da frequenti alti (pochi) e bassi (molti), ma che per incontrarsi e chiarirsi, per lennesima volta, avessero bisogno dei loro legali nessuno lavrebbe mai creduto. Nel faccia a faccia, infatti, ad assistere i due leader cerano i loro rispettivi avvocati, Niccolò Ghedini e Giulia Bongiorno.
Ovviamente la presenza dei due legali era funzionale a uno degli argomenti in discussione, la riforma della Giustizia, visto che Giulia Bongiorno è il presidente della commissione Giustizia della Camera e Niccolò Ghedini è il presidente della consulta Giustizia del Pdl. Ma anche in questo caso, come i padrini un tempo, i due avvocati potrebbero aver stemperato le tensioni. Anche perché, quando cerano i duelli dellOttocento se il primo colpo non era mortale il padrino interveniva per sospendere il conflitto. Anche in questo caso la sfida tra Berlusconi e Fini continua a incrociarsi tra tentativi di eliminazione, tregue repentine o necessarie.
Cè in questa ritualità la costante delle riappacificazioni provvisorie, mai troppo convinte e mai troppo convincenti. E in questo scenario di sfida continua il padrino, esattamente come accadeva in quelle sfide letterarie e donore, è lunico elemento di mediazione che permette di sostenere la sfida.
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