Mezzogiorno a LAquila. In casa Magnotta il televisore è acceso quando squilla il telefono. «Ci crede se le dico che sto guardando la televendita di una lavatrice?», poi scoppia a ridere perché Mario Magnotta in fondo, deve la sua popolarità proprio a quellelettrodomestico.
Erano il 1981 quando il bidello dellistituto «Luigi Rendina» andò a comprare una lavatrice nuova. Sei anni dopo, lidea geniale di alcuni alunni della sua scuola: usare quel pretesto per tartassarlo con un serie infinita di scherzi telefonici. «I primi tempi ero indiavolato - racconta - quei ragazzi mi perseguitavano!». Una telefonata dietro laltra, a tutte le ore del giorno. Prima un sedicente direttore della San Giorgio gli fece credere di aver firmato un contratto che prevedeva clausole assurde come lacquisto di nuovi elettrodomestici ogni anno. Poi il capo del personale della ditta Barzetti e limpiegato Marzandelli: tutti determinati a costringere il Magnotta a mantenere fede al contrattino. E ancora altri filoni: gli scherzi sulla moglie e il Telefono azzurro. «Pensare che ora quei disgraziati sono sposati - racconta lex bidello con il suo tipico accento aquilano - quei ragazzi li sento ancora, ci facciamo di quelle risate insieme...». Parolacce, bestemmie e poi le frasi celebri: ma come ha fatto un uomo così semplice a diventare una celebrità? «È piaciuta la mia spontaneità - ammette - io dicevo quello che pensavo, senza filtri».
Internet allora non esisteva ancora, ma gli autori degli scherzi pur di far circolare le registrazioni di quelle telefonate esilaranti iniziarono a duplicarle su musicassette. Dallistituto commerciale de LAquila al resto di Italia: la forza delle risate si rivelò talmente contagiosa da far nascere il mito Magnotta. Il web poi, non fece che amplificarne la popolarità grazie al passaparola virtuale, le registrazioni su youtube, il sito ufficiale e il fanclub autorizzato. «Allinizio continuavano ad invitarmi a trasmissioni televisive». Da lì alle serate in discoteca, perché prima dellavvento dei tronisti, i ragazzi volevano lui: «Ricordo quando mi hanno invitato al Bandiera Gialla: che emozione stare davanti a 3mila ragazzi!».
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