Politica

L’Infedele difende se stesso. Ma accusa Sottile

Caro direttore,
ringrazio dell’assiduità con cui il Giornale segue la mia rubrica quotidiana su Alice news. Certamente potrà capitare anche a me - come a chiunque altro - di essere preso in castagna per incongruenze o strafalcioni. Ma non è certo il caso degli esempi da voi riportati. Almeno sulla vicenda di Vallettopoli non sono stato infedele a me stesso.
1) Ho scritto l’estate scorsa, e riconfermo oggi, che trovo più rispettabili i nostri concittadini che vanno con le prostitute, pagando le prestazioni richieste a donne consenzienti, rispetto ai faccendieri del potere politico o televisivo che approfittano dell’incarico per estorcere favori sessuali. A prescindere dalla rilevanza penale di tali comportamenti, che già all’epoca definivo dubbia, rimane evidente la loro odiosità. C’è un andazzo corrente fra la Rai e i palazzi della politica, ma non solo, che si è perpetuato in un clima di omertà e di compiaciuta benevolenza maschilista. Almeno finché ci ha messo becco la magistratura.
Dunque io non sono certo favorevole alla gogna mediatica per i clienti delle prostitute, milioni di persone purtroppo in rapido aumento (e dovremmo chiederci il perché). Figuriamoci: per enfatizzare li ho addirittura definiti «moralmente dei giganti» rispetto al sottobosco di cui sopra.
Confermo e ribadisco, invece: i titolari di responsabilità pubblica che ne abusano per estorcere favori sessuali, e magari se ne vantano pure in giro, meritano eccome lo sputtanamento pubblico. Benedette le intercettazioni se il sistema si dimostra incapace di autocorreggersi, perpetuando l’offesa alla dignità della donna.
2) Se anche Silvio Sircana - e non lo credo - fosse un frequentatore di prostitute o transessuali, la faccenda riguarderebbe esclusivamente la sua coscienza e la sua famiglia. Non risulta che Sircana utilizzasse un’automobile o un ufficio pubblico per i suoi (eventuali) incontri privati. A differenza di Salvatore Sottile. Si tratta dunque di un tipico caso in cui l’omissis del nome nulla ha che fare con la censura, ma rappresenta semmai un’elementare norma di civiltà. Il fatto che gli organi di stampa, e il Giornale stesso, abbiano tenuto un comportamento incivile nei confronti di altre persone, non giustifica la reiterazione di tale comportamento a danno di Sircana.
3) Ribadisco la mia accusa di ipocrisia al Giornale che ha sparato il titolone di prima pagina su Sircana accompagnandolo con la precisazione che non c’è nulla a suo carico e aggiungendo caritatevole: «Non taciamo il nome anche per non lasciarlo in balìa del mormorio dei corridoi». Pensate davvero che dovrebbe esservi grato del servizio ricevuto? Mi permetto di dubitare che il Giornale avrebbe riservato lo stesso trattamento grafico e di contenuti al predecessore di Sircana, Paolo Bonaiuti. Quanto al sottoscritto, sarò pure un infedele ma non ho cambiato casacca per difendere una persona a me vicina.

Gad Lerner non si smentisce mai. Per lui la lotta non finisce, ma continua. E soprattutto continuano gli errori. A lui il garantismo fa venir l’orticaria. Considerare un uomo innocente fino a che non sia condannato è un dettaglio. Per lui certa gente va condannata a prescindere, esposta alla gogna e, perché no, anche a una bella fustigazione talebana. Per sostenere le sue tesi si arrampica sugli specchi, tentando di dimostrare che il caso Sottile era diverso dal caso Sircana. Ma forse sarebbe ora di informarlo che Sottile è stato prosciolto da ogni accusa. E dunque è una vittima delle chiacchiere, anche di quelle degli Infedeli.

Quanto ai suoi dubbi li conservi, ma si ricordi che per condannare ci vuole una prova.

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