L’integrale di Viotti: troppa sintesi per un big

L’integrale di Viotti: troppa sintesi per un big

Giovanni Battista Viotti (1755-1824) è uno dei tanti tasselli mancanti nella storia del violino. Compose 29 concerti ma da sempre se ne esegue uno solo, il n. 22: bellissimo ma un po’ a sé. Si è pronti a giurare sull’influsso che il violinista, «fondatore della scuola francese», ebbe su Paganini e sulla sua importanza quale anello di congiunzione fra tardo barocco e classicismo fino al Beethoven del Concerto in re maggiore. Dai giuramenti alle promesse mantenute, ecco, in un box cartonato e a basso prezzo, quell’integrale dei Concerti di Viotti che la Dynamic e Franco Mezzena hanno realizzato fra il 1990 e il 2004. Un cofanetto goloso e importante anche se i primi dischi mostrano problemi di stile, intonazione e gusto che Mezzena, nel corso degli anni, ha poi risolto: specie da solista-direttore dell’orchestra Symphonia Perusina. Interessante però breve il saggio di Danilo Prefumo.

Forse sarebbe stato meglio ripubblicare le note che accompagnarono l’uscita dei cd singoli. Più in generale, è il problema delle raccolte «slim» ossia coi cd nella bustina di carta: si risparmia anche sulla cultura ossia sui booklet. Ed è un male.

I 29 Concerti per violino di Viotti (10 cd Dynamic)

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