L’intelligence Usa in crisi: «Sulla vicenda no comment»

La Cia si è rifiutata di commentare la notizia delle 13 ordinanze di arresto emesse dal gip di Milano Chiara Nobili a carico di altrettanti cittadini stranieri riconducibili al servizio di intelligence Usa, con l'accusa di aver organizzato ed eseguito il rapimento dell'imam egiziano Abu Omar in un strada milanese nel febbraio 2003. Un portavoce dell'agenzia, sotto anonimato, ha detto alla France Presse che la Cia «non vuole rilasciare dichiarazioni» sulla vicenda. Il New York Times ha scritto di aver ottenuto una copia del mandato d'arresto, quand'era ancora secretata.

Il quotidiano della Grande Mela sottolinea che è la prima volta che un Paese terzo - tanto più un fermo alleato di Washington nella guerra contro l'Irak - tenta di perseguire degli agenti della Cia per aver sequestrato un sospetto di terrorismo sul loro territorio e averlo rispedito nel suo Paese d'origine, dove si autorizza la tortura. Il New York Times cita anche un responsabile del Dipartimento di Stato che afferma - sotto anonimato - che non c'è stato nessuno scambio d'informazioni fra Washington e Roma.

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