«L’intelligence Usa ha mentito all’Italia»

Washington. Nel marzo 2003 la Cia mentì all’antiterrorismo italiano sulla sorte dell’imam egiziano Hassan Mustafa Omar Nasr (noto come Abu Omar), inviando un «messaggio urgente» in cui affermava di aver ricevuto informazioni affidabili sulla sua fuga verso una non meglio precisata località dei Balcani. Lo ha scritto ieri il Washington Post, aggiungendo che l’informazione era una «deliberata bugia, parte di una strategia disegnata per ostacolare gli sforzi della polizia italiana antiterrorismo di rintracciare» Abu Omar. Il messaggio fu inviato dalla Cia all’antiterrorismo italiano poche settimane dopo che Abu Omar era sparito da Milano.
La strategia messa in opera dagli agenti della Cia, che in realtà avevano sequestrato l’imam nel capoluogo lombardo, ha funzionato più di un anno, fino a quando, scrive il giornale, gli investigatori italiani non hanno appreso che Abu Omar non era affatto partito per i Balcani. L’imam egiziano era stato invece trasportato dalla Cia in Egitto, dove sarebbe stato torturato e interrogato in carcere, secondo quanto ha poi raccontato lo stesso Abu Omar in telefonate verso l’Italia effettuate mentre era agli arrersti domiciliari in patria.
Ieri sera una nota della presidenza del Consiglio: «Né Palazzo Chigi, né alcuna altra istituzione italiana sono mai stati avvertiti, né tanto meno informati, del sequestro Abu Omar.

Del resto, la stessa fonte dalla quale qualcuno vorrebbe trarre indicazioni, non solo esclude che gli Stati Uniti abbiano informato l’Italia, ma addirittura rivela un preciso piano di depistaggio nei confronti delle autorità italiane».

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