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L’Inter in 10 mette due Cruz Ma alla fine la Juve rimonta

Spettacolo a San Siro: i nerazzurri dominano con l'uomo in meno. La Juve pareggia d'orgoglio. La Roma (in dieci) resiste a Genova con la Sampdoria. Il Milan dà già l'addio al quarto posto: l'Atalanta vince 2-1 il recupero

L’Inter in 10 mette due Cruz 
Ma alla fine la Juve rimonta

Milano - Chi non c’era s’è perso lo spettacolo: quattro gol, un palo, Inter subito in dieci, Juve da sbando finchè orgoglio e volontà non l’hanno spinta a caccia di un onore perduto. Julio Cruz è stato il devastante padrone di casa che ha preso a sberle i bianconeri, Del Piero e Boumsong i devastatori dei sogni interisti di demolire cattivi e cattiverie giocando perfino in dieci. Ancora una volta ha sbandato la difesa nerazzurra. Il solito segnale d’allarme dopo una partita che pareva portata a casa. Comunque grande dimostrazione di forza interista e conferma del mai domo cuore juventino.

Trentamila persone a San Siro, Moratti in tribuna, scaramucce verbali fra ultrà, qualche petardo di troppo. C’è stato il tanto per sentir vivere questo Inter-Juve anche fuori del campo. Ieri mattina Mancini non ha nemmen convocato Ibrahimovic, s’è tenuto in panchina Cambiasso, Zanetti e Vieira, giusto perchè la coppa è sempre una coppetta. E così pure Ranieri che, lasciati a casa Buffon, Nedved e Salihamidzic, ha tenuto in panca Trezeguet, ma solo per poco visto l’infortunio immediato di Marchionni. Ecco, partita e facce delle squadre hanno cambiato assetto quasi in contemporanea. La Juve che richiama Trezegol. Mancini che resta con dieci uomini, perchè quello svagatone di Burdisso s’è lasciato sfuggir via Del Piero, ma non contento ci ha aggiunto anche lo sgambetto che l’arbitro ha giudicato da ultimo uomo. Che dire? Farina ha trovato subito modo di far discutere: accanto ai due c’era anche Rivas. Dunque non era proprio storia da «ultimissimo» uomo.

Messa in minoranza, l’Inter ha cominciato a scalare la sua montagna, la Juve a cercare le vie per sfruttare così tanto e così lungo (nel tempo) vantaggio. Poteva giocarsela meglio a centrocampo, ma quelli sono difetti costituzionali. L’Inter non s’è fatta metter sotto, ha corso e lasciato correre, la difesa si è assestata come in un bunker, Crespo e Cruz hanno cercato di rilanciarsi su palloni lunghi quasi da contropiede. E la Juve ha dimostrato scarsa personalità, soffrendo ogni accenno di gioco veloce. Del Piero ha capito che serviva metter paura e ci ha provato. Iaquinta voleva scardinare Toldo con un tiro da lontano, ma quello nel primo tempo ha lucidato l’argenteria di casa. Trezeguet ha mancato qualche pallone dalla bella faccia e l’Inter ha dimostrato di essere più credibile anche in dieci contro undici. Il passar del tempo hanno giocato a favore dei nerazzurri, almeno finchè la Juve non si è sentita definitivamente affondata.

Stravaganze del calcio: una volta persa la partita, la Juve ha cominciato a giocarla per vincere. E perlomeno ha pareggiato. Ad inizio ripresa l’Inter è andata a cacciare il gol con i suoi pirati d’area e, infatti, dopo otto minuti Julio Cruz è spuntato in area a raccogliere cross di Pelè, mandando in bambola la difesa juventina. Venti minuti più tardi stessa storia: passaggio di Cesar e quello sbuca rapace in area a deviare con il piedino fatato, facendo fesso Boumsong.
Per l’Inter poteva essere trionfo. Ed invece è stato assopimento letale. Difesa interista lasciata sola da Materazzi (è entrato Vieira) e se ne son visti gli effetti. Del Piero l’ha pescata nella prima dormita, sfruttando gli imbarazzi di Rivas e Cambiasso. Boumsong s’è riscattato proprio a spese di Cruz, anticipandolo di testa per il gol del pareggio. Fuochi d’artificio. Tanto che l’ultimo botto è stato dell’indomito Cruz: palo e fine.

Fra una settimana si ricomincia a Torino.

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