L’Inter da coppetta sfida i 3 tenori e la grana Thiago

L’Inter da coppetta sfida i 3 tenori e la grana Thiago

Sotto a chi tocca, valgono tutte le domande. Qualche risposta arriverà. Meglio l’Inter o meglio il Napoli? C’era verità in quella sconfitta nerazzurra in campionato? C’è più deficit nel campionato interista o in quello della squadra di Mazzarri? Invece per il deficit di bilancio meglio lasciar perdere: Moratti è costretto a fare i conti, De Laurentiis li ha già fatti. Ma la coppetta costringe a far altri conti: chi esce perde un bonus per far sorridere la stagione. Poi ci sarà la Champions. Dunque? Il Napoli sta bene, l’Inter sta meglio. Il Napoli va, l’Inter corre. A Napoli hanno scoperto che Pandev è un goleador (cinque reti consecutive), a Milano hanno riscoperto Milito. A Napoli non vogliono vendere nessuno dei tre tenori, a Milano stanno ponzando sul futuro di Thiago Motta. «Penso che resti qui», ha detto Claudio Ranieri che si è messo di traverso. Braccia larghe davanti all’uscio nerazzurro. Ha parlato chiaro: «Qui come Thiago non c’è nessuno».
L’Inter ha bisogno di un giocatore che detti i tempi al centrocampo, faccia correre e girare la palla, dia un appoggio tecnico e tattico a qualunque compagno in difficoltà. Nella rosa non c’è nessuno che sappia fare altrettanto. Poi si può discutere sullo scarso apporto difensivo di Thiago, su certe latitanze, sull’eccessiva imperturbabilità quando vede passare qualche treno avversario. Gasperini, ed era forse l’unica idea valida del suo presuntuoso intruglio tattico, ci aveva provato con Sneijder. Ma l’olandesino troppo indaffarato nei pensieri, e nella voglia di cambiare aria, si è imbizzarrito davanti all’ostacolo. Cambiasso si è specializzato in altro tipo di gioco. Poli finora è stato una scommessa che ha dato poche soddisfazioni. Oggi vendere Thiago può valere solo un grande affare commerciale, non certo un affare per la squadra.
Ranieri ha chiesto un sostituto adeguato, però non c’è molto in giro: forse Pizarro, magari Palombo, ma sarebbero ripieghi. Guarin e il turco Sahin (l’anno scorso valeva 10 milioni di euro e l’Inter mollò la presa) solo scommesse. Insomma l’Inter si prenderebbe più rischi che certezze. In tema con la partita di stasera e non con le ambizioni che sono rifiorite nel filotto di otto partite vinte, con tanto squillare di trombe e rullio di tamburi. Stasera i numeri parlano per i nerazzurri ed anche le statistiche: Napoli mai vincente contro di loro. Eppure in campionato il destino s’è girato all’improvviso. Dunque mediare e vigilare. Lo ha ricordato Ranieri: «Avevamo fatto quasi tutto bene, un primo tempo bellissimo: avevamo fatto gol, ci era stato giustamente annullato, quella doppia ammonizione a Obi, quel calcio di rigore un po’ contestato. Una gran bella partita e quella sconfitta ci ridimensionò molto».
L’anno scorso, sempre in coppa Italia, i nerazzurri vinsero ai calci di rigore. È storia, potrebbe tornare ad essere cronaca. Il Napoli sarà con i suoi tenori. E l’Inter? Pensi Sneijder e Ranieri replica con il dubbio: «Staremo a vedere». Sarà un’Inter da coppetta, quindi da turn over: qualche faccia nuova ad integrare la vecchia guardia.

Inter ora assediata anche dalle chiacchiere di Maradona che, ad un giornalista suo amico, ha fatto scrivere: «Se un giorno Guardiola lascerà il Barcellona, credo desideri allenare l’Inter». Già, siamo a febbraio: il mese in cui solitamente cominciano a prendere corpo voci e licenziamenti. Eppure stavolta i conti tornano: almeno in panchina.

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