L’Inter può andare lontano Questo Marsiglia non fa paura

Tirate fuori tutti gli amuleti, fa parte del folklore. Ma non venite a raccontare che, per l’Inter, passare il turno di Champions sarà un’Impresa (mettiamoci la maiuscola per la goduria dei tifosi). Lo dice la storia: nerazzurri in attivo nei confronti del calcio francese, si sono qualificati 9 volte e sono usciti solo una volta. Vabbè proprio contro il Marsiglia. Ma la regola della scaramanzia in questi casi volge allo smile. Ed anche i risultati recenti del Marsiglia dovrebbero mettere buon umore: 4 sconfitte di fila neppur volesse imitare l’Inter dello stato di crisi e gol segnati col contagocce. Sentite l’ultima di Didier Deschamps, che poi è l’allenatore: «Per vincere bisogna segnare dei gol». Stessa osservazione filosofica recapitata da Ranieri, ai giornalisti, prima della partita con il Catania e infilata in ogni altro discorso durante la lunga astinenza.
Ecco, vedi Marsiglia e sembra di rivedere l’Inter. E qui potrebbero cominciare i brividi. L’Inter si è appena ripresa segnando due reti a partita. E tante dovrà segnarne domani, senza subirne. Non sia mai che il Marsiglia giochi ad imitare: non vince da fine gennaio, ha accusato una serie di sconfitte come non accadeva da cinque anni e finora, in campionato, ha subito una rete a partita (27 gare 27 gol). Solo con i nerazzurri aveva mantenuto la porta indenne.
Ma poi c’è anche una valutazione tecnica e, seppur meno forte rispetto al passato, l’Inter è tecnicamente superiore e con goleador a miglior credibilità. Julio Cersar, Samuel, Sneijder, Milito, presi in forma, costituiscono una colonna vertebrale da far invidia ai francesi. Se poi sarà frittata, ognuno faccia mea culpa. Aggiungete l’ultima chicca: fischierà il portoghese Proenca, ovvero l’arbitro di Bayern-Inter, quello dell’ultima rimonta nerazzurra. Perse a Milano 1-0, vinse a Monaco 3-2.
Suvvia scacciate il gatto nero: Milito e Samuel ci hanno messo del loro. Moratti ci ha messo qualche mugugno. Sorrisi? Si ma non troppo, ha fatto intendere il presidente che si innervosisce quando vede reazioni che non gli garbano. Diciamo fuori luogo per il tipo d’occasione. È già capitato in passato. In realtà Moratti ha gran paura di chiudere la stagione fin da domani. Battersi per un terzo posto con vista Champions (seppur con poche possibilità) è un colpo basso per l’orgoglio e le finanze. Le contestazioni dei tifosi hanno spesso scoperto il suo nervo. Stavolta ha mandato un avviso ai naviganti: «Restare presidente? Bisogna capire più che altro se hanno voglia gli altri, quella è un’altra cosa...». Sì, il braccino corto (che corto non è, basta fare i conti), più che altro lo scarso fiuto sugli acquisti, hanno spinto alla contestazione. E Moratti non sopporta. E dice: mi lasciate fare il presidente? Forse gli sbuffi andrebbero rinviati al fine stagione. Che poi ci sia un’idea di mollare la presidenza al figlio, prima o più probabilmente poi, è cosa nota. Magari con qualche aiuto finanziario esterno.
E di certo se l’Inter farà l’Inter, torneranno i buoni rapporti col mondo. E la Champions si farà più leggera. Stranezza del destino: anche la squadra Primavera dovrà giocarsi con il Marsiglia un posto nella Champions dei giovani (Next Generation series). Il 21 marzo a Londra sarà sfida per l’accesso alla finale: siamo al top.

L’Inter dei giovani è in testa a ogni campionato, non è un caso: le succede spesso, da anni. Cambiano i tecnici e i gestori del settore, non cambia il rendimento dei ragazzi. Evidentemente contano più i giocatori dei tecnici. Una regola universale. Da tener presente.

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