LInter sa linglese E Adriano è pronto
1 Agosto 2005 - 00:00Buon 2-0 sulla strada verso la Champions. Mancini: «Una trasferta positiva»
Gianpaolo Palazzo
LInter ha imparato bene linglese. Ha vinto quattro gare su quattro, liberandosi facilmente anche dellultima avversaria: il Portsmouth, lunica squadra tra le avversarie battute che milita nella Premier League. A Fratton Park le scintille si vedono da subito. Dopo soli 13 minuti un colpo di testa di Adriano spedisce la palla fuori. Le insidie inglesi vengono dalla punta congolese LuaLua che prima manca di poco lappuntamento con il pallone solo davanti a Julio Cesar, poi non può esultare perché il suo gol di testa viene annullato.
Il resto del primo tempo non regala forti emozioni, tranne un brivido per i tifosi interisti 4 minuti dopo la mezzora. Viafara carica il suo destro e la provvidenziale deviazione di Materazzi è fuori di un soffio. Nella ripresa due occasioni mancate da entrambe le squadre. Prima ONeil sbaglia la deviazione in porta da pochi metri, poi Adriano non riesce a mettere la palla in rete proprio sulla linea di porta. Poco male. L«imperatore» si fa perdonare subito. È suo il passaggio smarcante per Martins che viene atterrato in area dal portiere Westerveld. Rigore ineccepibile che Pizarro non sbaglia.
Otto minuti dopo il gol è ancora il cileno a proporre una palla a Martins che colpisce il palo alla sinistra di Westerveld. Il Portsmouth è poco incisivo ad eccezione del tiro di Pericard, sfuggito a Favalli, che colpisce lesterno della rete. Al 77 il gol del raddoppio. Dejan Stankovic segna con un diagonale da dentro larea su suggerimento di Adriano, autore di una buona azione offensiva. Lultima emozione è per Giorgos Karagounis che a pochi minuti dal termine colpisce la traversa.
Intervistato a fine gara lallenatore Mancini giudica positivamente la trasferta interista in Inghilterra. «La squadra ha fatto cose buone e altre un po meno, ma limportante è che che si continuano a vedere miglioramenti». In vista del preliminare contro lo Shakhtar lunica cosa che preoccupa il tecnico è «incontrare una squadra che è più avanti di noi a livello fisico».
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