L’interventismo di Passera frena la grandeur parigina

L’interventismo di Passera frena la grandeur parigina

L’epilogo del feuilleton di Foro Buonaparte può essere analizzato attraverso tre differenti prospettive: il decisivo «interventismo» del ministro Corrado Passera, il lento proseguimento dell’avanzata transalpina nell’economia italiana e la creazione di un nuovo polo dell’energia che vede nella lombarda A2A il suo fulcro.
Andiamo per ordine. La «soddisfazione» espressa dal superministro non è solo di facciata. «Con il presidente di Edf, Henri Proglio, abbiamo condiviso una comune visione del mercato», ha dichiarato l’ex numero uno di Intesa Sanpaolo. È l’attestazione che i due veri protagonisti delle trattative sono stati loro: in pochi giorni, a cavallo di Natale, hanno chiuso una partita che si trascinava da circa due anni. I transalpini prendono quasi tutta Edison al prezzo che chiedevano (0,84 euro invece degli 0,88 di minimo voluto dagli italiani), ne riducono l’indebitamento di 1,1 miliardi vendendo Edipower e potranno rafforzarne il capitale come meglio credono (serviranno almeno 1-1,5 miliardi), liberi di agire anche nelle rinegoziazioni dei contratti gas con Libia, Algeria e Qatar che dovrebbero portare risparmi per 600 milioni. Forse ci saranno risorse per la distribuzione di un dividendo straordinario nel secondo semestre 2012 che, se il mercato lo consentirà, allevieranno l’impatto dell’investimento.
Il vero successo di Passera, tuttavia, è la conservazione in Italia dei 6,5 Gigawatt di generazione di Edipower che consentiranno ad A2A di diventare il secondo operatore. Giulio Tremonti non c’era riuscito con i commi «salva-italianità» che entravano e uscivano dalle manovre, mentre il governo Berlusconi, ideologicamente ostile alle interferenze «politiche» sul mercato, solo alla fine si era risolto a evitare un altro caso Parmalat. E, a differenza di quanto accaduto a Collecchio o a Bulgari, questa volta la Francia prende un grande operatore italiano ma in maniera meno trionfale. E la «solitudine» di Bolloré in Mediobanca come le battute di arresto di Groupama in Fonsai potrebbero anche preludere a un’inversione di tendenza.
Quello che invece rivelano i presidenti del cds e del cdg di A2A, Graziano Tarantini e Giuliano Zuccoli è il profilarsi di una nuova stagione per le ex municipalizzate. Assorbita Edipower e ottenute quelle economie di scala che per le utility locali sono un po’ più difficili da raggiungere (avendo più esperienza nel business regolamentato della vendita).

«Un punto di partenza per l’aggregazione di ulteriori player», ha sottolineato Roberto Bazzano, il numero uno di Iren che assieme ad A2A controllerà il 75% di Edipower. Se A2A e Iren pensassero alle nozze, nascerebbe una nuova realtà integrata pronta a competere e con un azionista pubblico (i Comuni di Milano, Genova, Torino e Brescia) «diluito».

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