Fabrizio Pregliasco, virologo, lo sa che cè un ondata di morbillo?
«Non è la prima volta. Due anni fa è stata molto più grave perché sono state infettate migliaia di persone e cè stato pure un decesso in Campania».
Si può morire anche di morbillo?
«Purtroppo sì. A volte causa delle complicanze come otiti, polmoniti ed encefaliti. Nei paesi in via di sviluppo uccide più che altre patologie: si raggiunge il 30% dei decessi soprattutto tra i bambini che non hanno la fortuna di avere un assistenza adeguata. Ma anche negli Usa si contano circa due morti ogni mille infettati».
Quindi basterebbe farsi la vaccinazione per evitare il peggio?
«Certo, ma quella del morbillo non è obbligatoria, solo raccomandata. Così molti la snobbano per ideologia o disattenzione».
In Italia siamo disattenti o ideologizzati?
«Tutte e due. A Bolzano, per esempio, la vaccinazione è quasi nulla, i genitori si rifiutano di farla ai bambini, non si fidano. In Campania, invece, la copertura è al di sotto del 50% per disattenzione. La gente non ha percezione della malattia».
E nelle altre regioni?
«La copertura vaccinale è a macchia di leopardo. Alcune zone superano il 95% consigliato per evitare contagi di massa, altre no. Così quando qualcuno si prende il morbillo lo diffonde a chi gli sta intorno».
È molto contagioso?
«Sembra una fiammata. Statisticamente chi ha il virus contagia altre dodici persone attraverso la saliva».
Ma perché la gente è refrattaria al vaccino? Ha paura comè successo per linfluenza suina?
«Anche il vaccino del morbillo in passato ha subito un attacco notevole perché era stato collegato allautismo. In realtà gli esperti avevano forzato molto le conclusioni. Ma questo non ha eliminato la diffidenza».
Che effetti ha la malattia?
«Esantemi con macchie nella bocca, è fastidiosa, dura una settimana».
E ha effetti secondari pericolosi come la rosolia per gli adulti?
«No, non ci sono effetti collaterali. Cè soltanto un problema di morbilità nel caso di contagio diffuso».
Cioè i papà e le mamme a casa dal lavoro.
«Esatto. Ma gli adulti sono i meno colpiti perché loro sono stati quasi tutti infettati da bambini».
Qualche consiglio?
«Bisogna vaccinare i neonati entro il primo anno di età, poi fare il richiamo a sei anni per garantire una totale copertura contro il virus».
E se ci si dimentica di fare il richiamo?
«Il bimbo è coperto per la vita ma al 98%. Se è sfortunato potrebbe anche essere contagiato, ma sono casi rari».