L’INTERVISTA 4 RODOLFO TAVANA, MEDICO SPORTIVO

Professor Tavana, una recente analisi ha rilevato che sui 607 infortuni da inizio stagione a oggi in Serie A, il 55%, sono di origine muscolare. Perché così tanti infortuni?
«Premetto che qualunque statistica deve avere valenza scientifica ed essere pubblicata sulle riviste mediche. Qualsiasi altra ricerca ha un valore relativo, però bisogna ammettere che da 10 anni gli infortuni muscolari la fanno da padroni. Il mio maestro, il dottor Monti, diceva che negli anni 60/70 c’erano solo lesioni articolari e traumi sull’osso, oggi la causale è cambiata”.
Ai giorni nostri gli atleti sono bionici, indistruttibili, eppure…
«L’atleta è una macchina estremamente delicata, sempre sollecitata, sempre sul filo del rasoio. Anche le Ferrari si rompono se passano ad alta velocità su una buca e magari l’utilitaria che va più piano se la cava».
Gli infortuni dipendono da più pesanti carichi di lavoro? O dai campi duri? O dalla velocità di gioco?
«I carichi e l’allenamento ti danno l’adattamento, come i calli che vengono al contadino quando zappa assiduamente. Il clima freddo e le partite in notturna d’inverno al nord fanno male, meglio giocare di sera al Sud. Il gioco è diventato più assillante, solo pressing e marcamenti doppi e tutto questo fa sì che il muscolo venga maggiormente sollecitato. Ma la cosa determinante è che ci si allena poco, con troppe partite ravvicinate e manca il tempo di recuperare. E poi uno studio scientifico Exprand ha certificato l’importanza della pausa invernale: basta guardare gli inglesi che giocano sempre e poi in primavera sfioriscono e si spengono, con eccezioni come il Manchester United. Pensiamo alla nazionale di Capello ai mondiali, grande nelle qualificazioni, deludente e bolsa nella fase finale. La pausa serve, eccome».
Le 4 big, Milan, Inter, Juventus e Roma, pur disponendo di rose ampie, hanno totalizzato ben 165 infortuni, pari al 30% del totale, mentre le ultime quattro, Bari, Brescia, Sampdoria e Lecce, appena 106 stop.
«Per forza, le grandi giocano ogni tre giorni e non fanno un adeguato turn over perché la voglia di vincere è tale che in campo vanno sempre i titolari e non i rincalzi. Quindi non possono allenarsi adeguatamente. Cosa che invece fanno i piccoli club: si allenano, giocano di meno, ma comunque perdono perché hanno minori qualità tecniche».
Fa eccezione il Napoli, con soli 13 infortuni, anche se sono gravi quelli capitati a Lucarelli, Grava e Vitale.
«Sotto il Vesuvio il clima è favorevole, ma in società hanno lavorato bene, con i giusti tempi di recupero».
Più crac al nord, 215 contro i 138 del sud.
«Merito del clima più mite».


Com’erano gli infortuni nei suoi 16 anni da medico sportivo al Milan, dal 1987 al 2003?
«Nel 1988 Monti mi disse: vedo il calcio andare sempre più verso gli stop muscolari di basket e atletica. Aveva ragione, anche se, malgrado il gioco atletico, per le belle giocate di Roby Baggio e Messi c’è sempre spazio».

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