L’INTERVISTA 4 STEFANO DOMINELLA (GATTINONI)

Stefano Dominella, presidente della maison Gattinoni e consigliere della Camera nazionale della moda, una ricerca finanziata dall’Ue sostiene che in fondo la contraffazione non è così dannosa.
«Una vera boiata...».
Secondo lo studio inglese, chi compra la borsa finta da pochi euro non comprerebbe l’autentica a 1.500.
«Questo è vero».
Allora hanno ragione a dire che i falsi non fanno male all’industria?
«Altro che! Sono disastrosi, specialmente in un momento di crisi come questo, per il lusso e gli accessori l’impatto della contraffazione è enorme».
Ma diceva che sono clientele diverse?
«Certo. Però è chiaro che se chi compra una borsa da 1.500 euro poi vede che la sua cameriera ne ha una copia non sarà contento».
È un fatto di esclusività...
«Per quanto riguarda il mercato del lusso senz’altro: il modello che viene copiato e venduto a ogni angolo di strada e sulla spiaggia, automaticamente non è più di moda, perché non è esclusivo»
Insomma il ricercatore vaneggiava?
«Il fatto che la ricerca sia inglese dice molto. In Inghilterra non hanno una moda copiare. Il danno è soprattutto per noi e per i francesi».
E cosa pensa del fatto che la ricerca è finanziata dall’Unione europea?
«Lo trovo assurdo. Da anni è in corso una battaglia per ottenere da Bruxelles norme che ci tutelino meglio».


E perché non arrivano?
«C’è un progetto di legge presentato dall’onorevole Urso pendente già da quattro anni. Ricerche come questa fanno capire che in Europa c’è un partito, soprattutto inglese e nordeuropeo, che non la ritiene una priorità».

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