«Ci sono concrete possibilità, anche se mancano le certezze, che lunedì 20 luglio si possa muovere qualcosa per mantenere a Mandello del Lario il sito produttivo di Moto Guzzi. Dal vertice a Milano tra il gruppo Piaggio e le autorità del territorio non è escluso che si concretizzi lidea di una cordata di industriali lombardi e internazionali decisa a rilanciare il marchio, mantenendo le sue radici». A parlare è Fabio Dadati, assessore provinciale di Lecco alle Attività produttive.
Ancora una volta, la produzione sulle rive del Lario sembra essere a rischio, come limpiego dei 151 addetti e delle industrie locali impegnate nellindotto.
Assessore, qual è la situazione?
«Le vendite sono ormai scese abbondantemente sotto il break even, fissato a 12mila unità: gli ultimi dati sono prossimi alla metà, contro una capacità produttiva dello stabilimento di 18mila moto. Piaggio sta mostrando tutti i segnali per portare a Noale, in Veneto, anche la produzione, dopo che sono già state trasferite progettazione e altre lavorazioni. Ed è esattamente quello che vorremmo evitare».
Si pone, dunque, un problema occupazionale in provincia di Lecco...
«Non è il solo. Il caso Moto Guzzi è particolare, poiché non si tratta semplicemente di unindustria fortemente radicata sul territorio, ma di un pezzo universalmente riconosciuto del made in Italy. Davanti allingresso della fabbrica cè ogni giorno una processione di motociclisti che arrivano da tutto il mondo per visitare il museo, la galleria del vento e lo stesso stabilimento, veramente unico».
La cordata consentirebbe di mantenere vivo il marchio e non di trasformarlo in un semplice brand?
«Moto Guzzi è un marchio che può sopravvivere solo qui, se non lo si vuole declassificare a un semplice brand. Sarebbe un po come trasferire la base Harley-Davidson da Milwaukee a Detroit, si perderebbe un punto di riferimento storico».
(ha collaborato Giuseppe Guzzardi)
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