L’INTERVISTA CARLO MASSEROLI

Mentre parla nel cortile di Palazzo Marino, un vaso di vetro si infrange a terra. «Per fortuna non era uno specchio» tira un sospiro di sollievo l’assessore all’Urbanistica del Comune Carlo Masseroli, il «regista» del Piano di governo del territorio.
Assessore, questa volta ci siamo davvero?
«Ho la parola della maggioranza e dell’opposizione, e mi fido. Ci siamo lasciati con un impegno preso da persone che hanno lavorato insieme a lungo per migliorare il documento».
Chiedeva al Pd di dare una prova di riformismo, a quanto pare ha raccolto l’appello.
«Si è compiuto il rito ambrosiano, da parte di tutti ha prevalso il senso di responsabilità, non arroccarsi su posizioni ideologiche che avrebbero penalizzato la città. E anche l’opposizione ha lavorato non per portare a casa un risultato di parte ma per il bene della città. Siamo fieri del lavoro fatto, è il segno di una grande pragmaticità di tutto il consiglio».
L’’opposizione però voterà contro.
«Pd e sinistra radicale sono usciti con una posizione unitaria, e vista la distanza sul parco sud non ci aspettavamo che votassero a favore. Ma sono d’accordo sul lasciarci approvare il Pgt, e abbiamo concordato una data esatta. Un segno di maturità della politica milanese che non era affatto scontato, considerando come era partito il tavolo e la situazione politica odierna».
Il nodo è rimasto il parco Sud: non si riusciva trovare la mediazione?
«Abbiamo abbassato da 0,2 a 0,15 l’indice di edificabilità su quell’area, ma se vogliamo davvero realizzare un grande progetto di recupero del parco urbano e del patrimonio agricolo recuperando terreni in mano ai privati con il meccanismo dello scambio volumetrico, non possiamo permetterci di andare ancora più giù. La sinistra estrema contesta, però abbiamo raggiunto l’accordo che ci sarà un dibattito serio ma non rappresenterà un elemento di ostruzionismo al Pgt».
Il tunnel Linate-Expo rimane nel Pgt?
«Certo, l’opposizione ci chiedeva di stralciarlo ma non volevamo toglierci la possibilità di realizzarlo da qui ai prossimi vent’anni. Rimane nel Pgt ma preciseremo nel testo che la sua adozione e anche la fattibilità saranno subordinate al Piano urbano della mobilità che verrà votato in consiglio comunale. E viene escluso, come era del resto già nei nostri piani, il ricorso a fondi pubblici locali».
In sintesi, cosa ci guadagnano i milanesi dopo l’accordo?
«Ad esempio, un milione di metri quadrati di verde in più, tre milioni di metri cubi di spazio edificabile, cioè cemento, in meno».


Non protesteranno i costruttori ora?
«Assolutamente no, dalle fondazioni, alle banche, alle cooperative alle associazioni dei costruttori, ci è stato chiesto di accelerare l’approvazione del Pgt perchè non avere regole è peggio che averle anche senza la condivisione di tutti i punti. Senza regole certe non ci sono investimenti».

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