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L’INTERVISTA GIANLUCA VIALLI

Gianluca Vialli è uno dei testimonial con cui Sky ha annunciato il passaggio di molti suoi canali all’alta definizione. Ma l’ex calciatore ed ex allenatore è anche commentatore di Sky Sport.
Vialli, quanto è cambiato il modo di guardare lo sport in tv?
«Tantissimo, il telespettatore oggi ha un servizio più completo a sua disposizione. L’alta definizione poi è decisiva, si vede e si sente meglio, quindi coinvolge davvero tanto».
Rende lo sport più emozionante?
«Sì, e non lo dico perché lavoro in tv. Può essere miracolosa per lo sport, soprattutto per il calcio. Rapisce, è in grado di rendere belle partite che altrimenti sarebbero inguardabili. E poi ci sono tutti quei dettagli: i volti degli spettatori sugli spalti, le espressioni dei giocatori, le voci dei commentatori e quelle delle tifoserie...».
Per i commentatori cosa cambia?
«A chi, come me, analizza le partite, l’Hd semplifica il lavoro e aiuta nella scelta dei dettagli da proporre al pubblico. Certo, dipende dall’uso che se ne fa: l’importante è non essere ripetitivi e noiosi, e non fare polemica con le moviole».
Ma la possibilità di analizzare ogni gesto tecnico fino all’ultimo dettaglio e da mille angolazioni, non ruba un po’ di magia allo sport?
«Macché. Il fascino dello sport cambia, ma resta intatto. Un esempio: vedere Italia-Germania dei Mondiali a Città del Messico del 1970 è emozionante e suggestivo, ma è un salto nel tempo. Oggi dobbiamo pensare che più vediamo, più possiamo apprezzare il gesto tecnico e lo sforzo dell’atleta, quindi anche immedesimarci e sentirci lì al suo fianco».
Com’è stato per lei passare dall’altra parte, dal calpestare l’erba del campo allo stare dietro il microfono?
«Eccitante.

Devo dire, poi, che io ho sempre avuto molto bisogno di sentirmi legato alla società con cui giocavo o allenavo. Di Sky ero un appassionato quando vivevo in Inghilterra, quindi sono onorato e mi diverto. E devo dire che, ora, il campo e la panchina non mi mancano».

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