L’INTERVISTA MARCO BUTICCHI

Una scrittura caratterizzata dal ritmo incalzante alla Wilbur Smith, definito anche il Ken Follett italiano, Marco Buticchi, in libreria con «Il respiro del deserto», trascorre la vita in viaggio tra le diverse realtà della sua esistenza e la fantasia dei suoi romanzi d'avventura. Con milioni di copie vendute in oltre venti Paesi al mondo, lui, la vita, l'ha saputa cambiare «radicalmente».
È stata una scelta drastica!
«Lavoravo per una multinazionale petrolifera e commerciavo in greggio sui più disparati mercati mondiali. Salivo su un aereo mentre stavo ancora scendendo da quello del volo precedente e vivevo la tensione di un mercato particolarmente difficile. In una notte ho deciso di appendere al chiodo giacca e cravatta per indossare la maglietta da bagnino con stampata la scritta salvataggio. Ho rilevato uno stabilimento balneare a Lerici, in Liguria, e da allora vivo lì con mia moglie senza pentimenti».
Cosa mancava alla sua prima vita?
«Beh, da ragazzo apparentemente poco e nulla. Scuole nei migliori collegi, fuoriserie a disposizione, vacanze dorate. Nella vita da uomo d'affari, preso com'ero dal business, mi mancava il senso della vita. Con mia moglie, allora fidanzati, una volta eravamo riusciti a darci a malapena un bacetto di corsa davanti all'orso imbalsamato all'aeroporto di Anchorage, in Alaska. Lei girava il mondo in senso orario, io antiorario. Oggi ho un'occupazione magari meno eclatante, ma in grado di regalarmi grandi soddisfazioni che consentono la gestione di una famiglia normale e la possibilità di dare sfogo alla mia grande passione per la scrittura, il mio meraviglioso passatempo».
Complice il mare…
«Ancora oggi, a chi mi chiede che lavoro faccio, rispondo che vivo di mare sul mare e poi mi piace scrivere d'avventura».


Anche i personaggi dei suoi romanzi cambiano vita!
«Eccome! Primo tra tutti il mio protagonista ricorrente! Una persona di piccola statura, un nano dotato di una prontezza e di capacità fuori dal comune che arriva a dirigere uno tra i servizi segreti più potenti al mondo, diventa primo ministro in Israele e in seguito acquista uno yacht che trasuda storia dalle lamiere per ritirarsi a vita privata…ma certi personaggi non sono votati alla tranquillità!».
Fa bene cambiare direzione?
«Sicuramente una scopa nuova scopa meglio e anche oggi, vicino ai cinquantatre anni, non mi dispiacerebbe cimentare la mia vecchia saggina su nuovi pavimenti».

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