L’intervista a Mario Götze

«Il mio futuro in Italia? Per ora solo alla Playstation»

Prima di lui solo Uwe Seeler, che esordì in nazionale a 17 anni e 11 mesi, ma non Franz Beckenbauer, debuttante nella Nationalmannschaft a 19. Mario Götze, il diamante grezzo del calcio tedesco, è maggiorenne dallo scorso giugno, ha vestito la maglia della Germania dei grandi a novembre a Goteborg e vuole bruciare tutte le tappe. Nulla di più opportuno di una sfida con l’Italia nella sua Dortmund per consacrarsi su scala mondiale.
Non teme tutta questa notorietà improvvisa?
«Sono solo un giovane apprendista che vive in una famiglia sana. Ho avuto il dono della tecnica, non lo nego, ma devo ancora crescere parecchio: dopo ogni allenamento rimango in campo cercando di perfezionarmi».
Che cosa ha provato quando il ct Joachim Löw la convocò a sorpresa contro la Svezia?
«Sapeva che non ci avrei mai creduto perché ero diventato professionista da poche settimane e così l’ha comunicato a Jürgen Klopp, il mio allenatore nel Borussia. Di lui mi sono fidato. L’emozione è stata indescrivibile. Non capita tutti i giorni di scendere in campo con gente che avevo visto quattro mesi prima in tv ai mondiali».
Si descriva come calciatore.
«Sono un centrocampista offensivo, destra o sinistra non importa. Ma mi diverto molto quando posso fare la seconda punta».
Lo sa che in Italia il suo nome è stato accostato a Inter, Juventus e Milan?
«L’ho letto e un po’ la notizia mi ha frastornato, anche perché sono squadre con cui gioco tutti i giorni alla playstation. Non so fino a che punto si è trattato di gossip. Ho la fortuna di giocare in un club competitivo che ha un occhio di riguardo per i giovani. Sono però convinto che nel calcio moderno sia necessario sperimentarsi».
Meglio la Serie A della Bundesliga insomma?
«Secondo me Italia, Spagna, Germania e Inghilterra si equivalgono. È la storia che ce lo insegna. Le tentazioni arriveranno al momento opportuno...».
Che effetto le fa affrontare l’Italia?
«A livello di nazionali giovanili vanto qualche precedente, ma questa è tutta un’altra storia. Anche gli azzurri sono una squadra giovane. Non mancherà lo spettacolo».


Non ci sarà Balotelli, un Mario di talento esattamente come lei. Siete voi due il futuro di Italia e Germania?
«Me lo auguro. Di sicuro mi piacerebbe giocarci insieme. Lui prima punta e io in appoggio. Non male...».

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