L’INTERVISTA MASCHERONI (INVESTITORI SGR)

«Ai prezzi attuali, il mercato azionario presenta un rischio che senza dubbio vale la pena di correre»: l’amministratore delegato di Investitori Sgr (gruppo Allianz), Carlo Maria Mascheroni, ridimensiona l’allarme creatosi sul mercato dopo il buco di bilancio accusato da Bank of America, una delle maggiori banche al mondo. «La locomotiva americana è ormai tornata sui binari della crescita», prosegue l’esperto che investe i risparmi dei grandi clienti di Allianz in Italia. Mascheroni consiglia poi cautela verso le obbligazioni, i cui rendimenti, già ridotti ai minimi, rischiano di essere schiacciati dal probabile incremento del costo del denaro con cui le Banche centrali accompagneranno la ripresa dell’economia per contrastare il probabile riaccendersi dell’inflazione.
Eppure i dati macro-economici americani sono ancora contrastanti?
«Fino a sei mesi fa c’era il terrore che l’economia mondiale andasse verso il disastro. Ora la situazione è molto diversa. Il fatto che alcuni indicatori siano positivi e altri negativi è normale in una fase di transizione come l’attuale».
Quale reazione avranno le Borse da qui a fine anno?
«I listini, malgrado il forte recupero messo a segno dai minimi di marzo, sono ancora lontanissimi dai livelli raggiunti nell’estate del 2007. Per recuperare il terreno perso dovrebbero salire del 50-60 per cento».
Quanto tempo occorrerà per rivedere gli indici ai valori precedenti alla crisi?
«Difficile dirlo, ma se anche l’economia riprendesse a crescere solo alla fine del 2010 e impiegasse tre anni per tornare ai livelli pre-crisi, questo potrebbe in prospettiva tradursi in un incremento annuo delle Borse prossimo al 15%. A parte le fasi di nervosismo che inevitabilmente si verificheranno».
Quindi le difficoltà di Bofa non sono il segnale che la finanza Usa resta malata?
«A volte l’ultima riga dei bilanci è migliore o peggiore delle attese solo per le componenti straordinarie. Non vedo nulla che mi induca a cambiare la mia visione positiva: i conti delle aziende americane sono in media migliori delle stime».
A qualche anno di distanza dalle trappole Cirio e Parmalat, il mercato è tornato a scommettere sulle obbligazioni delle società. Quanto durerà questa passione?
«Il differenziale di rendimento rispetto ai titoli di Stato è ancora molto interessante, ma in termini assoluti i guadagni non sono eclatanti. Senza contare che si tratta di strumenti non molto liquidi. Per quanti sono pronti a rischiare meglio investire sulle azioni».


E chi non è disposto a correre grandi pericoli?
«Una soluzione potrebbe essere puntare su alcuni gruppi dell’energia come Enel che solo in termini di dividendo, potrebbero dare rendimenti molto interessanti, anche superiori al 7%. E un ragionamento simile vale per le Telecom di risparmio. Più in generale consiglio invece di puntare sui titoli cosiddetti ciclici e sui bancari».

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