«Il tessile è sempre il re dellexport, ma non basta: bisogna tornare a investire. Ecco perché chiediamo di incontrare il ministro Corrado Passera per costruire insieme la road-map che ci conduca fuori dalla crisi: il governo ci ha dato una medicina amara, e va bene, adesso però è tempo di ricostituente». Michele Tronconi, presidente di Sistema Moda Italia, guarda al futuro, e il presente conferma la forza di un settore chiave del made in Italy: a Milano Unica, a parte le assenze dovute al maltempo, la presenza di espositori è stabile rispetto al 2011.
Il primo argomento allordine del giorno?
«Credito e fisco sono i due punti chiave, che condividiamo anche con altri settori. Sia chiaro: noi non chiediamo sussidi, ma di eliminare imposte distorsive, come lIrap. Cè poi la questione del Tfr inoptato, che deve essere versato al fondo Tesoreria Inps e questo genera ulteriori indebitamenti, in questi momenti di ordini in calo: si potrebbe almeno esentare da questobbligo le aziende fino a 100 dipendenti, anzichè fino a 50 come ora».
I nodi da sciogliere del tessile?
«In Italia, il costo energetico: già siamo in svantaggio da anni rispetto ai concorrenti, ora con laumento delle materie prime e la questione del recupero delle energie rinnovabili, prevediamo un 30% di costi in più per il 2012. Perciò chiediamo il riconoscimento del tessile come settore energivoro, come del resto è previsto dalla direttiva europea, in modo da poter ridurre le accise».
E allestero?
«Lexport è la nostra forza: anche in questa edizione di Milano Unica sono aumentati del 7% i compratori stranieri, tra cui i cinesi, che quindi acquistano oltre a vendere, e vogliono tessuti o semilavorati. Però su questi mercati emergenti, che richiedono rischi e investimenti, non si può andare da soli: ci vuole cooperazione e anche il sostegno pubblico. LIce è ancora in fase di ristrutturazione, chiediamo un impegno al ministro dello Sviluppo».
Avete aperto Milano Unica per la prima volta insieme alle griffe di Altagamma: è il segnale di una nuova alleanza, dopo qualche difficoltà negli anni passati?
«Sistema Moda è unorganizzazione di filiera, che rappresenta tanti interessi, a volte contrastanti: ma la cooperazione è un elemento chiave se vogliamo affrontare questi tempi difficili. I grandi gruppi hanno orizzonti planetari, ma la qualità dei nostri produttori è insostituibile. Tanto che la Francia ha chiuso le stamperie di Lione e manda le sete a stampare a Como».
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