L’INTERVISTA: PIERO VERZETTI

Un capitale da investire e da conservare da un minimo di 18 e fino a un massimo di 36 mesi esponendosi a un rischio medio nel breve termine e medio-basso dopo

Un capitale da investire e da conservare da un minimo di 18 e fino a un massimo di 36 mesi esponendosi a un rischio medio nel breve termine e medio-basso dopo. «Il portafoglio deve essere prudente - spiega Piero Verzetti, responsabile gestioni patrimoniali di Banca Akros- perrispettare i profili di rischio dell’investitore e l’orizzonte temporale non eccessivamente ampio». In pratica le azioni dovrebbero pesare solo per il 10 per cento.

 «I prezzi in Borsa sono attraenti ma non c’è ancora stabilità nei listini e il rischio di ulteriori calinonè affatto scongiurato», sottolinea Verzetti che consiglia di spalmare il 10% destinato alle azioni su due Etf (uno legato all’S&P-Mib, l’altro al Nasdaq) e su quattro titoli: Total, Eni,Enel e Unicredito. «Quest’ultima è l’unica componente rischiosa del portafoglio ma riteniamo che a questi prezzi possa valere la pena un 1% di esposizione», argomenta Verzetti.

Un altro 35% del portafogliodovrebbe poi essere riservato ai titoli governativi così suddivisi: «Il5%inBtplegati all’inflazione, il 10% in Btp al 2012, un altro 10% in Cct e il restante 10% in Eurobond 3,25% scadenza 2011 che fruttano attualmente il 2,20% annuo netto». Completano il portafoglio un 10% di titoli obbligazionari Bei aprile 2011, e un 35-40% di corporate bond a tasso variabile o a scadenza breve: nel dettaglio Total settembre 2011, Telecom Italia 2011, Carrefour giugno 2011, General Electric tv 2012, Eon 2012. Per incrementare un po’ la prospettiva di guadagno senza esporsi a rischi eccessivisipuòpoi,secondoVerzetti, adottare un piano di versamenti mensili, attingendo al 10% di liquidità in portafoglio, puntando su un Etf specializzato sull’S&P 500 di Wall Street (gli Usa sono stati i primi a entrare in recessione ma saranno anche i primiaduscirne)oppure su un Etf che replica il Nasdaq (l’high tech per eccellenza è americano).

E se a settembre lo scenario macroeconomico fosse meno fosco di quello attuale? «Sipuò puntare fino al 5%, tramite gli Etf o i fondi comuni specializzati, sui mercati emergenti oppure giocare la carta delle materie prime. E se il greggio dovesse abbandonarele attualiquotazionisacrificate, si potrebbero vendere Eni e Total (azionienergetiche piùdifensive) perfar postoa Saipem e Tenaris», conclude Verzetti.

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