Il 21 novembre un milione di persone hanno spento liPod. Hanno partecipato al «No music day». È il Bill Drummond: artista, scrittore, ex musicista, ex manager di gruppi rock, folle provocatore in circolazione da almeno un ventennio. Il suo «manifesto» è questo: «Nessun inno sarà cantato. Nessun disco sarà suonato alla radio. Gli iPod saranno lasciati a casa. Niente rock per le rock band. Il No music day esiste per vari motivi. Potete sceglierne uno». I fanatici del silenzio questanno sono riusciti a fare quello che non gli era mai riuscito: obbligare la Bbc Scozia a non trasmettere musica per tutto il giorno. È il primo passo di una rivoluzione, secondo loro. Di un ritorno al passato in nome dellantipatia nei confronti della tecnologia che si sarebbe impossessata dellumanità. I creatori e i seguaci del No music day fanno comunella con quelli del movimento anti-iPod. È nato in Gran Bretagna ed è diventato un fenomeno globale esattamente come loggetto che vuole combattere. Però le contraddizioni non contano per chi ha in mente lannientamento di una scatoletta colorata che trasmette musica. Secondo i seguaci del movimento (www.anti-ipod.co.uk) liPod va bandito perché ha la «IPeople», ovvero «persone incapaci di comunicare che distruggono la nostra cultura». Sul sito dellassociazione esiste addirittura una teoria della cospirazione secondo la quale liPod sarebbe equipaggiato di software nascosto in grado di registrarne lutilizzo e il traffico internet, e di trasmetterlo via web.
E ancora che durante lutilizzo delliPod esista una sorta di frequenze nascoste che agiscono come messaggi subliminali. Viene addirittura riportato che lFbi abbia una certo interesse nel progetto iPod, evidentemente per controllare gli acquirenti e così stabilire un nuovo ordine mondiale basato sulla musica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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