Maria Sorbi
da Milano
«Per le infrastrutture ci vogliono denari contanti». Saranno pure risicate le risorse del governo per le grandi opere, ma i rappresentanti delle istituzioni lombarde stanno perdendo la pazienza. E lanciano un ultimatum al governo. In un pranzo con il ministro dellEconomia Tommaso Padoa-Schioppa tornano a chiedere a gran voce i soldi per le autostrade in Lombardia, per il prolungamento delle metropolitane milanesi, per l'aeroporto di Malpensa. Vogliono garanzie scritte nella Finanziaria. «Abbiamo trovato una situazione - si giustifica il ministro - in cui il prosciugamento dei fondi per le infrastrutture era gravissimo. Ma, anche se nella Finanziaria non c'è scritta la parola Milano, ci sono i soldi per le infrastrutture».
Sarà. Ma il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e il sindaco di Milano, Letizia Moratti, sono scettici e finchè non vedono non credono. Uniti in un unico coro, pretendono di avere velocemente per iscritto le promesse fatte a parole per Milano e per la Lombardia. Promesse alimentate recentemente anche dal ministro alle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, il quale ha garantito lo stanziamento delle risorse per la Pedemontana: se i patti fossero rispettati, allora la Lombardia tra otto anni potrebbe avere realmente lautostrada a Nord di Milano sognata da tempo per alleggerire il peso del traffico nel capoluogo lombardo. Tuttavia i temporeggiamenti nel sottoscrivere gli annunci insospettiscono e si va all'attacco, per evitare brutte sorprese a un passo dalla Finanziaria definitiva, quando non ci sarebbe più nemmeno il tempo di correre ai ripari. Dal governo ci si aspetta anche che vengano sbloccati i fondi per le metropolitane milanesi stanziati ma non ancora erogati, che si finanzi l'autostrada Brebemi (collegamento tra Brescia, Bergamo e Milano) e che si diano risorse per realizzare la tangenziale est esterna di Milano e collegare l'autostrada del Sole con la Bergamo-Brescia.
«Negozieremo, negozieremo, negozieremo fino alla fine» non si stancherà mai di ripetere Formigoni finchè la Finanziaria non sarà passata in Parlamento. È nelle trattative da qui in avanti che la Lombardia e Milano puntano per mettere a segno il gol decisivo. Una partita che si gioca fino ai tempi supplementari e che permetterebbe di portare a casa le grandi opere che per ora vivono solo sulla carta. «Sulle infrastrutture - ribadisce il presidente lombardo - ci vogliono denari contanti. Adesso dobbiamo negoziare perché i ministri prendano la penna e diano a Milano e alla Lombardia le cose di cui abbiamo bisogno e perché mantengano gli impegni presi».
A rendere un po più salde le speranze lombarde sono le parole del ministro Padoa-Schioppa, che non solo vede margini di miglioramento nella Finanziaria ma li considera «auspicabili e necessari perché la manovra è talmente complicata che il suo presentatore, il governo, sa che si può modificare. Quello che non si può cambiare sono l'impianto complessivo e i muri maestri. Gli altri elementi sì».
Moratti e Formigoni, con il pieno appoggio del presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, sono tornati a chiedere al governo la convocazione urgente di un tavolo su Milano con i ministri e il premier Romano Prodi. Mai stanchi di combattere la loro battaglia per avere «le infrastrutture di cui i milanesi e i lombardi hanno bisogno» e per dare un po' di respiro a chi si sposta ogni giorno in automobile. Il presidente lombardo ha più volte ribadito che «se la manovra Finanziaria dovesse passare così comè sarebbe un disastro» e il sindaco Moratti non nasconde la sua «forte preoccupazione per le infrastrutture che mancano» chiedendo attenzione anche per laeroporto di Malpensa.
Lira di Formigoni e Moratti: «Per il Nord è un disastro»
Pranzo con Padoa-Schioppa: «Ci vogliono soldi contanti per le infrastrutture». E con il ds Penati chiedono a Prodi «un tavolo urgente»
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