Inevitabile. Dopo la domenica della vergogna il lunedì delle polemiche, degli sfottò, dellindignazione, perfino delle minacce. Ieri a Roma non si parlava daltro: nei bar, sugli autobus, su facebook tutti a commentare Lazio-Inter e il servilismo dei tifosi biancocelesti, capaci - da poveri e da romani - di inchinarsi a una squadra milanese e ricca pur di far perdere lo scudetto agli odiati cugini giallorossi. Un regalo inutile, perché lInter avrebbe vinto lo stesso vista la differenza tra le due squadre, quindi la Lazio avrebbe perso la dignità gratis, secondo gli osservatopri neutrali. Una pagina nera per lo sport romano, uno squallido esempio di provincialismo, di sudditanza, di scarso attaccamento ai propri colori, di indegnità, secondo i romanisti. Un comportamento normale secondo i laziali, convinti che i dirimpettai avrebbero fatto la stessa cosa al loro posto. La controprova non cè, e a questo punto i tifosi biancocelesti devono sperare solo che mai in futuro i cuginetti abbiano la possibilità di dar loro ragione.
La politica. Si è scatenata come non mai, dimostrando come in Italia solo il tifo sia in grando di essere veramente bipartisan. Su Lazio-Inter sono intervenuti talmente in tanti che è impossibile riportare tutti i commenti indignati. Ne scegliamo quindi solo alcuni: «Domenica è morto lo sport. Per questo sarebbe opportuno che in un sussulto di dignità la Lega Calcio proponesse un minuto in ricordo dei valori e delletica sportiva, prima delle partite della prossima giornata di campionato», ironizza il consigliere regionale del Pd Enzo Foschi. «Credo che per una partita di quel tipo debba intervenire lufficio inchieste della Figc e mi auguro che nessunaltra squadra ingaggi, in futuro, dei calciatori che hanno insultato la passione di tanti italiani e lo sport stesso», dice Massimiliano Valeriani, consigliere del Pd al Comune di Roma. «LInter non aveva bisogno di questo e soprattutto il calcio non aveva bisogno di una così triste pagina. Tutto il mondo del calcio italiano dovrebbe interrogarsi su quello che è accaduto ieri, non solo i dirigenti e i giocatori della Lazio», accusa il senatore del Pdl Stefano De Lillo. «La città di Roma ieri ha fatto una figura ignobile davanti al Paese e questo non può passare sotto silenzio; ci sono alcune cose che non possono essere accettate passivamente», accusa il presidente del consiglio comunale Marco Pomarici.
Inevitabilmente la rabbia giallorossa si è accesa anche nella piazza virtuale di facebook. Inevitabile la nascita di un gruppo che chiede alla Federcalcio di intervenire sulla base dellarticolo 6 del codice di giustizia sportiva. «Mandiamoli in B dufficio, non si meritano più di giocare un campionato di calcio», si scaglia un Savonarola giallorosso. Risponde sulla sponda biancoceleste il gruppo «Biscotto. Uniti contro le Forze del Male!» dalla foto emblematica: un pupazzo-biscotto sorridente che indossa una maglia per metà nerazzurra e per laltra metà biancoceleste: non mancano, tuttavia, i commenti sdegnati dei romanisti.
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