L’ira di Di Pietro: «Non riusciremo a fare la Tav»

da Milano

«La mia coalizione non ha una maggioranza sufficiente per garantire la realizzazione di opere fondamentali come, per esempio, la Tav». Il ministro per le Infrastrutture Antonio Di Pietro parla a ruota libera davanti alle telecamere di Telepadania. «La Tav - ha continuato Di Pietro - è un’opera necessaria per il Paese». Il problema delle grandi opere, secondo il ministro Idv, è legato a doppio filo con l’ingombrante presenza dei partiti: «C’è una gestione del consenso politico basato sul ricatto a catena che sconvolge qualsiasi pianificazione di sviluppo, giacché non si sa mai nemmeno quanti soldi può costare un’opera fino a quando questa opera non è finita».
Quanto alla protesta delle popolazioni della Val di Susa, l’ex Pm non riesce ancora a spiegarsi perché ai cortei No-Tav «partecipano no-global dei cosiddetti Disoccupati organizzati di Napoli, quelli di Berlino, il movimento Arcigay di non so dove... E allora il vecchio Di Pietro direbbe: “Ma che c’azzecca tutto questo con la Val di Susa?”».
La frecciatina alla sinistra radicale non si ferma qui. Di Pietro ha parole pesanti contro i colleghi Alfonso Pecoraro Scanio (Ambiente) e Alessandro Bianchi (Trasporti). Sul caso Alitalia e la possibile rinuncia di Malpensa come hub principale, Di Pietro è chiarissimo: «Alitalia? Non è di mia competenza. Al mio collega però hanno dato un bonus di 7 o 8 miliardi, mentre io all’Anas ho dovuto mandare la Corte dei conti per recuperare un po’ di fondi. E poi - aggiunge - far scontare a Malpensa i problemi di Alitalia è come prendersela col medico se ti dice che hai un tumore». Al leader dell’Italia dei valori, si sa, non è andata giù la separazione dei poteri tra il suo dicastero e quello del ministro di area Pdci: «La divisione è un non senso. Io mi posso fare da parte, ma è bene che uno dei partiti minori faccia un passo indietro per restituire funzionalità al dicastero».
Ma l’attacco più forte è quello indirizzato al suo collega verde, Pecoraro Scanio: «In molti ministeri si sta realizzando un nuovo fronte dell’opposizione, che è la non risposta.

Il ministero dell’Ambiente, per esempio, deve aiutarci a fare meglio le opere, non deve operare per bloccarle», ha detto in serata l’ex Pm, che ha anche rivelato di aver chiesto «diverse volte» a Romano Prodi «di avocare a sé alcune pratiche che io avevo firmato quando ero ministro del Lavoro, cioè nel ’97». Insomma, un po’ come ammettere che ci sono questioni ferme da dieci anni per colpa di qualche «no» di troppo. Alleato avvisato... Piccata la risposta di Pecoraro: «Spero che Di Pietro si sia sbagliato».

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