Carlo Sirtori
«Politica, illegale e illogica». E per di più regolata secondo uno «scenario pianificato dagli Stati Uniti». La risoluzione dellAgenzia internazionale per lenergia atomica (Aiea), che chiede allIran di sospendere le attività legate allarricchimento delluranio, è stata bollata in questo modo ieri da Manusher Mottaki, ministro degli Esteri iraniano.
E alle dichiarazioni del capo della diplomazia di Teheran, si sono aggiunte quelle di Gholamali Haddad Adel, presidente del Parlamento iraniano, che ha evocato la possibilità di bloccare, dora in avanti, tutti i controlli sul territorio della Repubblica islamica ordinati dalla comunità internazionale nellambito del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp).
Nel 2003, lIran aveva infatti firmato, senza mai ratificarlo, un testo che permetteva tali ispezioni. Adel si è fatto così portavoce della maggioranza dei deputati dellassemblea di Teheran (170 su 290) firmatari di un documento nel quale hanno dichiarato la loro opposizione a ulteriori verifiche sulle attività atomiche del loro Paese. La ratifica ufficiale è invece una delle richieste formulate nella risoluzione dellAiea, che, in linea di principio, apre la strada al deferimento del «caso Iran» al Consiglio di sicurezza dellOnu per eventuali sanzioni. Il Parlamento iraniano dovrebbe discutere domani della questione, per arrivare a una presa di posizione chiara di fronte alla comunità internazionale.
Infatti, quella proveniente dalla teocrazia islamica è in realtà ancora una mezza minaccia.
LIran allOccidente: «Nessuna ispezione»
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