L’Iran ha in mano l’atomica grazie agli «aiutini» stranieri

L’Iran ha in mano l’atomica grazie agli «aiutini» stranieri

GerusalemmeL'Iran sarebbe vicino alla costruzione della bomba atomica. Gli scienziati iraniani, grazie all'aiuto di colleghi russi, pachistani e nordcoreani avrebbe raggiunto il know-how e la tecnologia per creare un ordigno atomico. Lo ha rivelato ieri il Washington Post, che ha citato esperti nucleari occidentali. Secondo il quotidiano americano, sarebbe questo il contenuto del rapporto dell'Agenzia per l'Energia atomica internazionale che dovrebbe essere pubblicato in queste ore. Un altro giornale, il britannico Financial Times, pubblica altre indiscrezioni legate ai documenti: l'Agenzia atomica sarebbe entrata in possesso di immagini satellitari importanti. Mostrerebbero un container di acciaio che potrebbe essere utilizzato per testare tecnologie ed esposivi indispensabili per la costruzione di un ordigno atomico. L'Iran vieta agli ispettori dell'Agenzia internazionale di visitare le sue installazioni nucleari, che secondo il governo di Teheran servirebbero soltanto scopi civili. Le informazioni contenute dunque nell'atteso rapporto sono il risultato della raccolta di dati e notizie ottenute attraverso servizi segreti internazionali.
Da giorni, fughe di notizie sui dettagli del documento hanno creato un clima di forte tensione, soprattutto in Medio Oriente. In Israele, le indiscrezioni sui preparativi del governo di Benjamin Netanyahu per un attacco preventivo contro le installazioni nucleari iraniane riempiono le pagine dei quotidiani nazionali. Il premier e il suo ministro della Difesa, Ehud Barak, starebbero lavorando per ottenere una maggioranza interna alla coalizione di governo che garantisca il via libera per un'operazione militare, apparentemente sostenuta da molti ai vertici. In una recente intervista, Shimon Peres ha detto che per fermare l'Iran nella sua corsa al nucleare Israele si starebbe muovendo più verso l'opzione militare che verso la soluzione diplomatica. Il Paese considera l'Iran, il cui presidente Mahmoud Ahmadinejad ha più volte detto di voler cancellare Israele dalla cartina geografica, una minaccia per la sua esistenza. E se l'America negli scorsi giorni ha dichiarato che l'Iran è la minaccia maggiore anche per Washington e il britannico Guardian ha rivelato che pure l'esercito di Sua Maestà si starebbe preparando a un'eventuale intervento, gran parte della comunità internazionale è cauta e auspica di continuare sulla via delle sanzioni. La Russia, alleato di Teheran e da sempre contraria a un'azione bellica, ha fatto sapere tramite il suo ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, che ritiene un attacco militare «un serio errore», dalle «conseguenze imprevedibili". La Francia preferisce insistere con le sanzioni. Il responsabile degli Affari esteri, Alain Juppé, teme che un'azione militare sia "destabilizzante per l'intera regione» mediorientale.


Tra le indiscrezioni, Teheran smentisce: il programma nucleare ha soltanto scopi civili, garantiscono i funzionari iraniani, mentre il governo attacca preventivamente il rapporto dell'Aiea: sarebbe parte di una cospirazione orchestrata da Stati Uniti e Israele per giustificare un attacco alle installazioni atomiche del Paese. E in un'intervista al giornale egiziano Al Akhbar, Ahmadinejad avverte che l'Iran non si lascerà colpire: «Siamo capaci di competere con Israele e con l'Occidente, soprattutto con gli Stati Uniti».

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