Gian Micalessin
Le Nazioni Unite discutono, lEuropa e lAmerica bisticciano, lIran tira dritto per la propria strada e, ancora una volta, prende tutti in contropiede. LAgenzia internazionale per lEnergia atomica laveva già segnalato una settimana fa. Secondo le informazioni intercettate agli esperti dellOnu i tecnici del laboratorio di Natanz si preparavano ad assemblare una seconda catena di 164 centrifughe collegate a cascata per larricchimento delluranio.
I sospetti sono stati confermati ieri da alcuni funzionari iraniani citati dallIsna, lagenzia di stampa delle università iraniane. «Questa settimana - hanno spiegato i funzionari - immetteremo il gas nelle centrifughe e ne utilizzeremo il prodotto». Gli ingegneri nucleari di Natanz si preparano, insomma, a inserire una miscela gassosa di yellow cake nelle turbine per ricavarne una piccolissima porzione duranio arricchito.
La mossa iraniana era stata anticipata lunedì dal presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad che, seppur senza citare esplicitamente la nuova linea di centrifughe a cascata, aveva inneggiato alle capacità del Paese di superare gli ostacoli frapposti dallOccidente. «I nemici sfruttano la propaganda per impedirci di raggiungere la tecnologia nucleare, ma oggi le capacità della nostra nazione si sono moltiplicate di dieci volte rispetto a un anno fa».
Il presidente George W. Bush ha intanto categoricamente escluso qualsiasi trattativa se lIran non sospenderà tutte le attività nucleari. «Se bloccheranno larricchimento in maniera verificabile - ha però aggiunto - gli Stati Uniti si siederanno al tavolo con loro».
Dal punto di vista finale la nuova catena di centrifughe non è un gran passo avanti. Per superare la fase della sperimentazione e produrre luranio necessario ad alimentare un reattore o quello, arricchito oltre l80%, indispensabile per innescare unesplosione nucleare, i tecnici di Natanz dovranno allestire almeno 50mila centrifughe collegate a cascata. La mossa dimostra però la capacità tecnologica dintraprendere la strada dellarricchimento e la volontà di continuare a ignorare avvertimenti ed eventuali sanzioni internazionali.
Il raddoppio iraniano arriva a pochi giorni dalla discussione al Consiglio di Sicurezza della risoluzione contenente le prime misure dembargo ai danni della Repubblica islamica. Mentre lIran marcia senza esitazioni il mondo appare, però, diviso e incerto. Le indispensabili alchimie necessarie per evitare un veto di Russia e Cina, partner militari e commerciali di Teheran, dividono Europa e America. Al centro della nuova diatriba cè la centrale nucleare iraniana di Busher costruita dal governo russo in cambio di un contratto da 800 milioni di dollari. Per evitare un sicuro «no» di Mosca alle sanzioni, Gran Bretagna, Francia e Germania hanno esentato dallembargo i lavori per il completamento della centrale. La decisione ha provocato la reazione seccata degli Stati Uniti convinti che si debba approvare, pur non spiegando come, una risoluzione estesa anche alla tecnologia e alla manodopera russa impiegata nei cantieri di Busher. «Bisogna capire dove si vuol tirare la linea, sarà difficile permettere la costruzione della centrale e poi vietarne le forniture di carburante», facevano notare martedì i seccati funzionari americani.
Di fronte ai dubbi americani, Francia, Gran Bretagna e Germania hanno deciso di andar avanti da sole nella preparazione della risoluzione. Dal loro punto di vista la questione più importante è la capacità di far votare una prima chiara mozione di condanna. Soltanto il voto di quelle prime sanzioni permetterà di inasprire le misure se Teheran continuerà a non rispettare le richieste del Consiglio di Sicurezza.
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