LIran «pronto a nuove condizioni»
15 Settembre 2006 - 00:00Ahmadinejad: «Non ci saranno sanzioni»
da Teheran
Assicurazioni di volere risolvere il problema con il dialogo, promesse di accettare «nuove condizioni», accuse agli Stati Uniti di «avvelenare latmosfera» delle trattative e nuove sfide a dibattiti pubblici con esponenti americani. LIran è più che mai allattacco sul suo programma nucleare, convinta che Washington non riuscirà a far passare la linea dura delle sanzioni a causa dellopposizione di Russia e Cina e le incertezze dei Paesi europei.
Dal Senegal, prima tappa di un lungo viaggio che lo ha visto approdare a Cuba (e che lo porterà in Venezuela e a New York per partecipare allassemblea generale dellOnu), il presidente Mahmud Ahmadinejad ha affermato che Teheran è sempre convinta di potere «risolvere i problemi in un contesto di dialogo e giustizia insieme». «Sto annunciando che siamo disponibili, siamo pronti per nuove condizioni», ha aggiunto.
Ma la condizione principale che le grandi potenze del Consiglio di sicurezza dellOnu hanno posto per i negoziati, cioè la sospensione dellarricchimento delluranio, resta un tabù per la Repubblica islamica. A una domanda esplicita in proposito, Ahmadinejad ha risposto con un sorriso e dicendosi convinto che «non vi saranno sanzioni».
Gli Usa hanno ribadito che la sospensione dellarricchimento come precondizione alle trattative rimane in piedi, e insistono sulla necessità di far rispettare, se necessario con le sanzioni, una risoluzione del Consiglio di sicurezza che imponeva la sospensione entro il 31 agosto. Ma la Russia, la Cina e i Paesi europei non sembrano ancora pronti a fare un tale passo.
Il più esplicito è stato il premier cinese Wen Jiabao, che durante una visita a Berlino ha messo in guardia contro decisioni punitive nei confronti di Teheran che potrebbero rivelarsi controproducenti. Una posizione invariata ormai da molti mesi.
Tiepida anche la Russia, nonostante ieri il presidente Vladimir Putin abbia accennato per la prima volta alla possibilità di appoggiare le sanzioni.
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