L’ironia di Ankara: «Niente bufale da noi solo kebab»

nostro inviato a Parigi
«A tavola? Tanto kebab e niente mozzarella». Il sindaco di Smirne Axiz Kocaoglu ci va giù pesante. E parlando del menù preparato per il gran galà turco di ieri sera all'hotel Ritz, spara ancora bufale avvelenate contro Milano. «Ha detto davvero così? Davvero una brutta caduta di stile», la replica del sindaco di Milano Letizia Moratti che pur punzecchiata non rinuncia al suo aplomb tutto vecchia borghesia meneghina. E non perde nemmeno un attimo del tempo tutto dedicato a sgranare l'estenuante rosario di incontri con ministri, ambasciatori, consoli e imprenditori di tutto il mondo a cui chiede e richiede il voto per organizzare l'Expo 2015. Ancora poche ore per un verdetto inseguito per più di un anno. Investendo soldi, tempo ed energie nella rincorsa a una manifestazione che secondo uno studio promosso da BocconiTrovato&Partners e condotto su 80 esperti di comunicazione porterebbe in termini di ritorno economico e di immagine, l'equivalente di una campagna pubblicitaria e di promozione turistica da 500 milioni di euro. Comprensibile che a Parigi, a poche ore dal responso di lunedì, la febbre salga. Nel quartier generale si compone e ricompone il risiko del voto con Milano che, almeno sulla carta, sembra essere in vantaggio.

Sembra, perché l'infernale meccanismo del voto segreto e dei Paesi votanti che si sono moltiplicati fino a pochi giorni fa, stende su tutto una terribile incertezza. «Un pronostico? Lo abbiamo - assicura scaramantico il governatore della Lombardia Roberto Formigoni che ha speso tutte le sue armi diplomatiche - ma lo teniamo in tasca. E lo accarezziamo con cura».

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