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L’Italia fa incetta di presidenze all’Europarlamento

L’Italia fa incetta di presidenze all’Europarlamento

Gli italiani hanno fatto il pieno a Strasburgo. Nel giorno delle nomine all’Europarlamento si sono assicurati cinque presidenze sulle 20 disponibili, più di ogni altro gruppo nazionale presente nell’Assemblea. Ma non basta. L’Italia è riuscita ad accaparrarsi la bellezza di dieci vicepresidenti. Insomma, un successone, o forse un risarcimento per quella carica che Mario Mauro ha rifiutato dopo aver capito che rischiava di essere giubilato.
Fatto sta che nessun’altra nazione ha tanti rappresentanti di vertice: ai tedeschi sono andate infatti quattro presidenze di commissione, ai britannici tre, ai francesi tre in commissione e una in sottocommissione, agli spagnoli due. Polacchi, svedesi e portoghesi ne hanno avuta una ciascuno e ai finlandesi solo una sottocommissione.
Ma chi sono i big in campo? L’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini (nella foto), esponente del Pdl-Ppe, agli Affari esteri; Luigi De Magistris (Idv-Alde) al Controllo del bilancio; Paolo De Castro (Pd-S&d) all’Agricoltura; Carlo Casini (Udc-Ppe) agli Affari costituzionali; Erminia Mazzoni (Pdl-Ppe) alle Petizioni.
Dieci i vicepresidenti nominati, di cui 4 primi presidenti: Fiorello Provera (Lega Nord-Efd) agli Affari esteri; Cristiana Muscardini (Pdl-Ppe) al Commercio; per il Pd-S&d Patrizia Toia (Industria e ricerca) e Luigi Berlinguer (Affari giuridici). Raffaele Baldassarre (Pdl-Ppe) è secondo vicepresidente agli Affari giuridici, mentre 5 sono i terzi vicepresidenti.

Per il Pdl-Ppe: Iva Zanicchi (Sviluppo), Lara Comi (Mercato interno), Salvatore Iacolino (Libertà civili e giustizia), Barbara Matera (Diritti della donna e identità di genere), mentre per il Pd-S&d Guido Milana (Pesca).

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