da Roma
Lera dei black-out estivi è finita. Il consueto boom nei consumi di energia che si registra in estate a causa dei condizionatori daria non comporterà più né interruzioni programmate nellerogazione di elettricità né veri e propri collassi, come quello del 28 settembre 2003. La buona notizia è arrivata dal Gestore rete trasmissione nazionale e cioè la spa che governa e coordina la distribuzione dellenergia italiana. La spiegazione tecnica è semplice: la riserva, ossia la possibilità di disporre energia aggiuntiva nei momenti di punta della domanda, già dallanno scorso è salita ad oltre il 12 per cento rispetto al risicato 2 per cento di due anni fa. Sono circa 5.700 Megawatt in più che costituiscono un margine di sicurezza più che sufficiente.
Per quanto riguarda le infrastrutture, le centrali producono di più, sono stati costruiti cinque nuovi elettrodotti ed è aumentato lapporto degli impianti idroelettrici. Dal punto di vista del mercato è entrata in vigore la Borsa elettrica, lultimo capitolo della liberalizzazione del settore che ha contribuito allaumento della disponibilità dellenergia. Questa tendenza è destinata a rafforzarsi anche questanno visto che secondo gli ultimi dati del ministero delle Attività produttive la costruzione di nuove centrali porterà altri 9.200 Mw, pari all11,6 per cento dellenergia prodotta oggi.
Laumento della produzione - sottolinea comunque il rapporto del Grtn - da solo non basta ad abbattere i costi della bolletta che pagano cittadini e imprese italiane, una delle più care dei paesi industrializzati. Per questo il gestore ha previsto investimenti in infrastrutture per 2,1 miliardi di euro da oggi al 2014. Serviranno a fare fronte alla domanda che continuerà a crescere con un ritmo medio annuo compreso tra il 2,1 e il 2,7 per cento fino al 2015. Nel 2004 la crescita è stata in realtà limitata allo 0,4 per cento rispetto al 2003. Ma solo perché lanno precedete aveva fatto registrare un aumento eccezionale dei consumi di energia (+3,2 per cento rispetto al 2002) a causa delle alte temperature estive.
Tra gli effetti della borsa elettrica cè stato anche quello di avere reso trasparente il costo dellenergia in Italia. I dati presentati ieri dal gestore non lasciano dubbi: trasportare e distribuire energia costa molto di più al sud. Tutti pagano lo stesso prezzo sul territorio nazionale, ma il gap nella dotazione di infrastrutture ha fatto sì che ci siano «prezzi mediamente più bassi al Nord con 53,37 euro di media al megawattora, mentre al Sud si è registrato un prezzo di 62,80 euro» con punte in Calabria di 75,60 euro.
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