L’Italia perde Toni Donadoni non trema: "Abituato a soffrire"

Il commissario tecnico: "La situazione di Luca è difficile". Oggi il test decisivo, si tenta il recupero per l’Ucraina

L’Italia perde Toni Donadoni non trema: "Abituato a soffrire"
Firenze - Per favore, non chiamatela rivincita del Mondiale. «È solo una delle tappe di un campionato che dura dodici giornate». Lo dice il presidente federale Abete, presente ieri a Coverciano per l’inizio del ritiro azzurro in vista di Italia-Francia; lo sottoscrive il ct Donadoni, che a differenza del collega Domenech (squalificato per il match di San Siro) potrà seguire la partita dalla panchina. «Fosse per me potrebbe anche stare lì...», dice il ct azzurro, pronto a stringergli la mano.

Il messaggio è chiaro, non si vogliono alimentare le fiamme accese dal selezionatore dei Bleus, ma il carisma dell’incontro mantiene alta la pressione in casa azzurra. E quattro giorni dopo ci sarà l’Ucraina, altro passaggio chiave verso Euro 2008. «Ma non dimenticatevi che poi ci saranno anche Georgia, Scozia, Far Oer...», ricorda Donadoni.
Le suggestioni del passato, con l’ombra di un ritorno di Lippi dopo il rovescio estivo a Budapest, sono state già respinte dai vertici federali. Nonostante ciò il ct azzurro prova subito a smorzare le possibili tentazioni giornalistiche. «Non mi sento sotto esame, ma semplicemente l’allenatore della Nazionale che si prende le sue responsabilità. Quello stato d’animo non mi porterebbe alcun vantaggio, quindi lo scarto senza neanche pensarci. Poi c’è chi dovrà valutare e decidere... È da quando son qui che ogni partita è il crocevia: ho fatto l’abitudine a situazioni drammatiche poi ribaltate dai fatti». In questo senso Italia-Francia può essere la cartina di tornasole di una squadra azzurra apparsa a molti un’incompiuta. «Tutti si portano dentro la finale di Berlino, noi e loro, ma per l’Italia è una delle sfide in cui cercare punti contro la squadra che è in testa».

Le preoccupazioni non mancano. Prima fra tutte, la condizione fisica di Toni. «La sua situazione è obiettivamente difficile. Gli ultimi esami hanno indicato ancora un piccolo puntino sottocutaneo», sottolinea il ct, riferendosi all’infortunio muscolare dell’attaccante del Bayern.

Ieri Toni ha svolto una seduta differenziata con il preparatore azzurro Andreini (così come i milanisti e il viola Gamberini giunti in ritardo a Coverciano), oggi si valuterà se potrà aumentare il suo carico di lavoro o se sarà meglio preservarlo per l’impegno successivo in Ucraina.

Donadoni parla anche dell’assente Gilardino, ieri difeso anche da Galliani («vive un momento no, lo stadio rumoreggia a ogni errore e non ha le spalle larghe di un Inzaghi: ma tornerà lui») ed evidenzia un certo ottimismo circa la condizione fisica del gruppo («che dovrà per forza esser cresciuta rispetto a Budapest»). Il ct butta allora sul piatto anche le cinque vittorie ufficiali di fila. Quelle che ci hanno rimesso in corsa dopo un avvio sofferto e il 3-1 dello Stade de France, che brucia ancora. «A San Siro l’accoglienza sarà quella calorosa che noi abbiamo trovato a Parigi», è pronto ad assicurare il ct. Che elogia la «sorprendente disponibilità» del vecchio amico Panucci. «Christian è un esempio da tenere in considerazione, abbiamo sentito di recente un certo disamore per la maglia azzurra e questa è la risposta», la sottolineatura di Donadoni. Per il romanista è pronto un posto da titolare, da capire solo in quale posizione della difesa. «Il centrale lo ha fatto bene alla Roma in questo inizio di stagione per necessità e lo faceva anche quando era mio compagno nel Milan, ma negli anni ha espresso il meglio di sé a destra», evidenzia il ct che deciderà forse già domani. Il countdown verso Italia-Francia è appena iniziato.
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