da Milano
Leconomia italiana riparte, ma a «scartamento ridotto» rispetto a Eurolandia. Lo sostiene la Confcommercio. E per lIstat, nel 2005 è cresciuto solo il Nordest, mentre il resto del Paese è rimasto fermo.
Anche per il Centro studi dellassociazione commercianti il 2005 è stato un anno di stagnazione. Ora il nostro Paese riprende a crescere, anche se a un ritmo stimato dell1,3% nel 2006 e dell1,1% nel 2007, contro il 2,1% atteso quest'anno e l'1,8% nel 2007 nell'area euro, indicati dal Rapporto di primavera dell'Ue. Restano infatti sul tappeto «i nodi strutturali che condizionano pesantemente l'andamento della nostra economia e penalizzano la ripresa».
Pesa anzitutto la forte dipendenza dal petrolio e le sue alte quotazioni, seguita dalla debolezza della domanda interna e dalla situazione critica dei conti pubblici. E sono proprio le misure che potrebbero essere attuate per contenere il forte disavanzo a preoccupare lorganizzazione dei commercianti. Se infatti la manovra correttiva dovesse contenere «interventi che abbiano come conseguenza una riduzione del reddito disponibile, attraverso un aumento delle imposte dirette o indirette, avrebbero la sola conseguenza di indebolire il ciclo economico lasciando irrisolti i problemi della finanza pubblica».
Lo scorso anno, del resto, i consumi delle famiglie hanno segnato un calo dello 0,1%, mentre il Pil ha indicato una variazione nulla.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.