L’Italia si tiene Edipower, Edison è di Edf

L’Italia si tiene Edipower, Edison è di Edf

La «telenovela» Edison si è conclusa. L’epilogo è quello anticipato ieri dal Giornale: Foro Buonaparte andrà ai francesi di Edf, mentre la società di generazione Edipower sarà acquistata dai soci italiani (A2A e Iren in testa). Il blitz del ministro dello Sviluppo e Infrastrutture, Corrado Passera (nella foto sotto) è stato decisivo e ha avuto successo: il gruppo presieduto da Henri Proglio ha accettato la proposta e, di conseguenza, la separazione degli asset.
In particolare, Delmi (51% A2A, 15% Iren, 10% Dolomiti Energia, 10% Sel, 6% Mediobanca, 5% Fondazione Crt e 3% Bpm) cederà a Edf l’altro 50% di Transalpina di Energia che controlla il 61,3% di Edison al prezzo unitario di 0,84 euro. L’incasso si attesterà a 1,33 miliardi con una minusvalenza di un miliardo rispetto al prezzo di carico (1,5 euro). Delmi reinvestirà parte del ricavato per acquistare il 70% di Edipower (il 50% di Edf e il 20% di Alpiq) per un totale di 800 milioni. Edison fornirà, alle centrali Edipower, gas a prezzi di mercato per i prossimi sei anni. L’intera operazione è subordinata all’approvazione da parte dei cda entro fine gennaio (ma domani si svolgeranno tutti i consigli) e al closing dei contratti entro il 15 febbraio.
Alla fine delle operazioni, Edf avrà l’80,7% di Edison. L’altro azionista rilevante resterà Carlo Tassara che dovrà decidere se aderire all’Opa obbligatoria visto che per la holding di Zaleski, guidata da Pietro Modiano che sta cercando di abbattere i 3 miliardi di debiti, si profila una minusvalenza di 340 milioni. Edipower avrà invece come primo azionista (direttamente e indirettamente) la A2A del presidente Giuliano Zuccoli che con il 55,7% delle nove centrali diventerà il secondo produttore italiano dopo Enel con una potenza di circa 10 Gigawatt.
Ma la condizione più importante è proprio il verdetto della Consob: l’accettazione di 0,84 euro come prezzo dell’Opa obbligatoria. E l’Authority presieduta da Giuseppe Vegas ha già fatto sapere di non ritenere esaustivo l’annuncio dell’operazione. In particolare, ha chiesto agli operatori coinvolti di rendere noti a breve dettagli non trascurabili. In primo luogo, il periodo entro il quale sottoporrà la richiesta sulla congruità del prezzo; in seconda istanza, quale sia la modalità di calcolo degli 0,84 euro visto che nella precedente ipotesi di accordo di novembre rappresenta la media ponderata dei prezzi di Borsa degli ultimi dodici mesi. In terza battuta, bisognerà spiegare quali siano le condizioni e i termini dell’intesa sulla fornitura di gas. Ultimo, ma non meno importante, trattandosi di un’operazione tra parti correlate, bisognerà essere supertrasparenti sulle valutazioni dei consiglieri indipendenti - Gros-Pietro, Gitti e Cocchi - che si sono fatti assistere da Goldman Sachs e Rothschild, mentre per Delmi ha lavorato Mediobanca, Lazard per Edison, Leonardo & Co. e Morgan Stanley per Edf, SocGen e Banca Imi per Iren.


La Borsa ha apprezzato parzialmente. Edison è stata venduta (-1,7% a 0,813 euro) perché ci si attendeva una «guerra». A2A (+2,7%) e Iren (+2,95%) sono state comprate in quanto, a partire da oggi, sono due player energetici non più trascurabili.

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